Ars Bellica

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L'Europa alla fine della guerra dei Trent'anni

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Il Sacro Romano Impero è teoricamente sopravvissuto, ma è ridotto ad un mosaico di oltre trecento Stati sovrani: la linea rossa ne indica i confini teorici, ma entro quei confini sono organismi della più varia origine (regni, principati, elettorati, ducati, arciducati, vescovati, arcivescovati, contee, langraviati, margraviati...), e perfino territori i cui sovrani hanno la propria sede fuori dell'Impero. Il Brandeburgo, la cui capitale è Berlino, fa infatti parte di una delle maggiori potenze sorte nell'Europa orientale dalla laicizzazione degli Ordini Teutonici: gli Hohenzollern, il cui nucleo originario è costituito dal Ducato di Prussia (1) estraneo all'Impero. Allo stesso modo i Paesi Bassi (2) dipendono dal re di Spagna; i ducati di Pomerania e di Brema (3) dal re di Svezia; alcuni vescovati del Reno, tra i quali Metz (4), dal re di Francia. A rendere più complessa la situazione, alcune terre estranee all'Impero, come i resti del Regno d'Ungheria (5), sono soggette agli Asburgo. Assieme alla Francia una delle potenze egemoni è la Svezia, padrona del Baltico. La Repubblica delle province unite (6) ha veduto de iure riconosciuta la sua indipendenza. La Scozia (7) è divenuta parte integrale del regno inglese. L'Impero Ottomano, pur sconfitto a Lepanto nel 1571, estende i suoi territori in Occidente sino al Marocco, ed in Oriente sino all'Impero persiano, risorto come Stato indipendente sotto la dinastia dei Safàwidi (1502). Tra lo Stato russo e l'Impero persiano sopravvivono alcuni khanati dell'era gengiskhanide, vassalli dell'Impero ottomano (8, 9). In Italia (per gli Stati non direttamente soggetti alla Spagna) è da notare che Venezia ha ormai perduto Cipro e sta per perdere Creta; che gli Estensi (10) hanno perduto Ferrara, passata alla Chiesa nel 1597; che l'estinzione della linea diretta dei duchi di Mantova (11) ha coinvolto la penisola nella guerra dei Trent'anni; che il Ducato di Savoia (12) si sta sempre più volgendo verso la penisola (1563, trasferimento della capitale da Chambéry a Torino).

La Russia sino a Pietro il Grande

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La cartina illustra la progressiva formazione del nuovo Stato russo dopo la crisi degli antichi Stati di Nòvgorod e di Kiev travolti dall'invasione mongola. La riconquista ebbe luogo su due fronti, contro i monaci-guerrieri dell'Ordine teutonico, che furono fermati dal principe Aleksandr Nevskij sul Lago Peipus nel 1242, e contro i Tartari, respinti a Kulkovo nel 1380 dal principe Dmitrij Donskoj. La zona più interna indica le dimensioni del Principato di Moscovia all'inizio del XIV secolo. Alla metà del XV secolo il principato ha raggiunto i limiti indicati dal secondo colore. All'avvento dei Romanov (Michele III, 1613) lo Stato russo, trasformato in Impero, ha fatto propri i territori del Khanato del Kazan' e gran parte del Khanato di Astrakhan. Durante il regno dei primi tre Romanov la Russia si estende in Ucraina e sino all'Ural. Con Pietro il Grande (1682-1725) ha luogo la conquista del Baltico, la fondazione di Pietroburgo (1703) e la sconfitta della Svezia (Poltava, 1709). Nel frattempo, a partire dal XVI secolo, è cominciata la penetrazione e la esplorazione della Siberia (1581, spedizione di Ermak, da Perm' sul fiume Kama sino ed oltre l'Ob').

L'Europa nel 1748 (Pace di Aquisgrana)

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Dopo le guerre di religione, quelle di successione, coi loro rivolgimenti di troni e sovrani in funzione dell'equilibrio europeo, il Sacro Romano Impero è ancora in piedi (lo sopprimerà Napoleone), ma ha perduto, di nuovo in favore della Francia, altri territori di confine. La Svezia, dopo il breve periodo di splendore del XVII secolo, ha perduto non solo le regioni baltiche ma i territori all'interno del S.R.I. Quanto alle case regnanti (le protagoniste delle guerre di successione), l'estinzione degli Asburgo di Spagna ha segnato la fortuna dei Borboni, che nel 1748 risultano sovrani di Francia, Spagna, Napoli, Parma (1). I quattro sovrani hanno stretto tra loro un patto di famiglia: di fatto i loro Stati non hanno altro legame che quello dinastico. Gli Asburgo hanno accresciuto i loro possessi in Ungheria ai danni dell'Impero ottomano, nei Paesi Bassi spagnoli (2) e nel Ducato di Milano (3), passato anch'esso dalla Spagna all'Austria. Gli Hohenzollern, ottenuto il titolo regale (R. di Prussia), hanno acquistato, all'interno del S.R.I., la Slesia (4). In Italia la situazione è notevolmente migliorata, nonostante la crisi dei traffici veneziani. Solo Milano è parte integrante di un dominio straniero: ma il passaggio dall'amministrazione spagnola a quella austriaca comporta un notevole progresso per la regione. I Savoia, ottenuto il titolo regale, hanno acquistato la Sardegna: con scarsi vantaggi per gli isolani, ma con il definitivo ingresso dell'isola nell'orbita italiana. Napoli e la Sicilia costituiscono il più vasto Stato italiano. La Toscana (5), per estinzione dei Medici, è stata assegnata ai Lorena. Gli altri numeri indicano lo Stato della Chiesa (6), la Repubblica di Genova (7), il Ducato di Modena (8), la Repubblica di Lucca (9).

L'espansione europea in America e in Africa sino al 1750

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Nell'America Settentrionale la cartina indica le colonie inglesi della costa atlantica intorno al 1750, dall'isola di Terranova alla Virginia. Più a Nord sono le zone controllate dalla Compagnia inglese della Baia di Hudson. Inglesi sono anche, nella Mesoamerica, una parte dello Honduras (1), della Guiana (2) e varie isole delle Antille, tra le quali Giamaica (3). Di colore diverso le colonie francesi del Canada e della Louisiana, con la zona inesplorata dell'interno (nel colore più tenue). Francese è anche metà dell'isola di Haiti (4), una parte della Guiana (5), e varie isole delle Antille, tra le quali Martinica (6). Sono poi indicati i quattro vicereami spagnoli della Nuova Spagna, della Nuova Granada, della Nuova Castiglia e della Plata. Spagnola è anche la Florida, l'isola di Cuba (7), Portorico (8) e una parte di Haiti (9). In giallo i territori colonizzati nel Brasile dal Portogallo. Gli Olandesi, che pure avevano fondato New York nel 1626 (New Amsterdam), mantengono in America solo alcuni stabilimenti nelle Antille (Curaçao, 10) e una parte della Guiana (11). La Guerra dei sette anni (in gran parte una guerra coloniale) estromise praticamente i Francesi dalle Americhe nel 1763: tutto il territorio che avvolgeva la fascia costiera britannica passò nelle mani inglesi sino alle rive del Mississippi, e in quelle spagnole al di là del gran fiume. In Africa i principali stanziamenti europei erano, alla metà del Settecento, quelli portoghesi dell'Angola e del Mozambico, quelli olandesi della Colonia del Capo, quelli francesi del Senegal. Anche in Africa la Guerra dei sette anni portò alla crisi del Senegal francese in favore dell'Inghilterra.