Ars Bellica

CIVILTA' DEL RINASCIMENTO

La fioritura delle arti, la raffinatezza della vita intellettuale, le rinnovate concezioni dell'uomo e della sua vicenda storica che connotano la cultura rinascimentale propongono all'Europa una diversa identità che poggia sulla fiducia nella ragione umana capace di risalire alle fonti antiche della conoscenza e di proporre attraverso queste nuovi percorsi filosofici e politici nei quali si afferma la preminenza dell'uomo, misura e referente della storia. Nei palazzi, nelle strade e nelle piazze delle città il Rinascimento ha lasciato le sue impronte più visibili e durevoli: i molteplici interventi urbanistici e architettonici rivelano le vie del rinnovamento filosofico e al tempo stesso mostrano le connessioni tra l'originale progettualità degli artisti e la committenza di principi, di papi, di corporazioni urbane, in grado di operare massicci investimenti finalizzati all'esaltazione della magnificenza del loro potere. Al centro di questo sviluppo si pone l’intero panorama cittadino della penisola italiana con città come Firenze e, grazie alle enormi potenzialità economiche papali, la città di Roma. Dall’Urbe, si irradia il nuovo linguaggio architetturale fondato sul recupero degli antichi ordini architettonici e sulla ricerca di articolazioni spaziali incentrate su assi simmetrici e su modelli tipologici rielaborati dalla classicità greca e romana. Nel suo percorso di diffusione europea l'architettura rinascimentale assume scansioni cronologiche diseguali: precocemente si afferma in alcuni centri spagnoli e francesi (da Granada a Chambord) e tardivamente appare in alcune realtà del Nordeuropa, nelle Fiandre e in Danimarca, dove le piene manifestazioni del Rinascimento, come nel caso della Borsa di Copenaghen, datano agli inizi del XVII secolo. Raggiunge altresì lontane periferie culturali e politiche dove consegna straordinarie realizzazioni, quali i palazzi di Buda e di Esztergom, voluti dal principe-mecenate Mattia Corvino, o le costruzioni degli architetti italiani nella cinta fortificata del Cremlino a Mosca. Nella carta italiana che affianca quella europea si rende ragione non solo della fitta trama di centri rinascimentali che si enuclea nel centro-nord della penisola, ma anche di eloquenti espressioni architettoniche in località che vissero una più breve stagione rinascimentale, fissatasi in edifici isolati ma non per questo meno significativi.
Nella scelta degli elementi da evidenziare si è inteso dar ragione sia degli edifici (religiosi e civili) sia degli ambienti urbani, nella consapevolezza che il rinnovamento delle città si è espresso non solo nei fattori monumentali degli insiemi architettonici, ma anche nell'edificazione di cinte murarie e di fortificazioni, ossia di strutture atte a recepire le nuove tecniche militari imposte dalle armi da fuoco e dal predominio della fanteria a danno del secolare ruolo della cavalleria aristocratica. La stessa edificazione di città nuove risponde spesso all'esigenza dell'ammodernamento della difesa o all'identificazione dei confini operata dai nascenti stati nazionali. Infine, la segnalazione di trasformazioni urbane riguarda i casi in cui la costruzione di nuovi quartieri o l'apertura di strade e piazze si presenta come opera di riqualificazione dell'impianto monumentale e scenografico della città.

Battaglie

Treviglio

La battaglia di Treviglio

14 aprile 1509

La battaglia di Treviglio del 15 aprile 1509 fu il primo scontro della Guerra della Lega di Cambrai. I veneziani, dopo aver respinto una scorreria francese, furono sbaragliati nel corso di una sortita.

La Motta

La battaglia di La Motta

7 ottobre 1513

La sconfitta dell'esercito veneziano per mano dell'armata spagnolo-imperiale a La Motta, non segna il destino della città stessa di Venezia, né la fine della "Serenissima", ma scatenerà, nel conflitto che vide protagoniste Lega Di Cambrai e Lega Santa, l'ingerenza di due potenze europee nel territorio italiano: Spagna e Francia.

Pavia

La battaglia di Pavia

24 febbraio 1525

Francesco I di Francia è sconfitto e fatto prigioniero dagli imperiali di Carlo V. L'archibugio segna la fine della cavalleria pesante.

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