Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Mulhouse

7-10 agosto 1914

Gli avversari

Louis Bonneau (7 luglio 1851 - 26 febbraio 1938)

Fu generale di divisione francese il cui nome è associato sia al conflitto franco-prussiano del 1870 che al primo conflitto mondiale. Entrato in servizio appena due anni prima del conflitto franco-prussiano del 1870, il Bonneau si distinse, e ruscì ad ottenere la qualifica di colonnello del 62mo fanteria nel 1898. Ottenuta la prima delle sue tre legion d'onore l'anno successivo, divenne generale di brigata nel 1902 e di divisione nel 1907. In quegli anni ottenne il comando della brigata di cavalleria del 2o Corpo d'Armata, comandante della 37ma brigata di fanteria e delle sottodivisioni della regione di Guingamp e Saint-Brieuc. Passato al comando, nel 1907 della 41ma divisione di fanteria, nel 1910 ebbe il comando anche del 7° Corpo d'Armata francese. Allo scoppio della prima guerra mondiale gli venne affidato l'incarico, dal Maresciallo di Francia Joffre, di occupare Mulhouse in vista della strategica offensiva nella regione dell'Alsazia. Incapace di mantenere la posizione dopo il primo contrattacco della riserva tedesca, venne immediatamente sollevato dall'incarico dal Joffre stesso per mancanza di aggressività.


Josias von Heeringen (1850 - 9 ottobre 1926)

È stato un generale tedesco durante il periodo imperiale, servì durante la Prima guerra mondiale. Prima della guerra fu Ministro della guerra del Regno di Prussia. Il 2 agosto 1914 ricevette il comando della 7ª Armata; nel corso della battaglia delle Frontiere respinse l'avanzata francese in Alsazia prevista dal Piano XVII (battaglia di Mulhouse). Il successo gli valse la medaglia Pour le Mérite, la più alta onorificenza militare tedesca, e le felicitazioni personali del Kaiser, Guglielmo II. Nel corso della Prima battaglia dell'Aisne contribuì ad arrestare la controffensiva portata dalla 5ª e 6ª Armata francese e dal Corpo di Spedizione Britannico. Rimase al comando della 7ª Armata sino al 28 agosto 1916, giorno in cui ricevette la Croce di ferro con fronde di quercia. Per il resto del conflitto comandò le forze di difesa costiera.

La fase iniziale della battaglia delle frontiere

Secondo i piani dello Stato maggiore francese, sintetizzati nel Piano XVII, l'offensiva dell'ala destra, composta dalla Prima e Seconda Armata, fra Metz e i Vosgi, ossia a sud della zona fortificata Diedenhofen-Metz, doveva essere preceduta da un'operazione di portata minore in Alsazia, il cui obiettivo era quello di consolidare la posizione dell'ala destra francese al Reno, strategico snodo per le forniture ed il passaggio di forze e mezzi nell'intero assetto germanico. Per tale offensiva preliminare il comandante della Prima Armata, il generale Dubail, aveva costituito presso Belfort un Distaccamento d'Armata formato dal VII Corpo e dall'Ottava Divisione di cavalleria, più una brigata della fortezza di Belfort. L'obiettivo di questa offensiva non era solo strettamente militare, ma anche politico, visto che l'avanzata nell'Alsazia, persa dal 1870, avrebbe assunto un particolare carattere di 'revanche' dal lato francese e avrebbe potuto suscitare dei moti anti-tedeschi fra la popolazione che, nella grande maggioranza, e nonostante fossero sotto l'egida tedesca da più di quarant'anni, era francese.

Il 4 agosto, iniziò l'offensiva in Alsazia. Ma in realtà, sia il generale Dubail sia il generale Bonneau, comandante del VII Corpo d'Armata, nutrivano forti dubbi circa l'opportunità di una tale operazione, poiché le informazioni raccolte dalle ricognizioni sembravano indicare uno sgombero volontario dei reparti tedeschi (la Settima Armata tedesca) e temevano che lasciandosi attirare in profondità potessero essere, poi, attaccati sui fianchi. Ma tali perplessità, che il generale Dubail aveva fatto presenti al proprio Comando Supremo, vennero da quest'ultimo decisamente respinte. I sostenitori dell'offensiva a oltranza, Joffre su tutti, giudicarono questo atteggiamento prudente in modo sfavorevole. Le teorie strategiche della nuova scuola di pensiero tattico francese sostenevano che lo spirito di decisione dei comandi è essenziale alla riuscita di qualsiasi operazione. Pertanto tutti gli ordini di attacco vennero confermati.

Il VII Corpo si mosse il 7 agosto, come previsto (anche dai tedeschi, i quali immaginavano perfettamente come l'offensiva francese sarebbe stata diretta a riprendersi quanto perso nel 1870); superati i Vosgi, le truppe francesi sboccarono verso la valle del Reno e occuparono Altkirch, sulla strada principale Belfort-Mulhouse, pochi chilometri oltre la frontiera. Solo l'indomani, 8 agosto, il generale Bonneau riprese l'avanzata, impadronendosi senza lotta di Mulhouse; ma, sempre preoccupato di una eventuale minaccia sui fianchi, confermata piuttosto che smentita dalla debolissima resistenza avversaria, si fermò nuovamente attestandosi a difesa. Di fronte a lui le scarse forze di copertura tedesche si erano ritirate sulla riva destra del Reno; ma il comandante della Settima Armata tedesca, generale Von Heeringen, prendeva immediati provvedimenti per spostare verso Mulhouse il grosso delle sue forze concentrato più a nord, nella regione di Strasburgo.

Lo smacco subito dalla controffensiva tedesca, che riportò assai velocemente Mulhouse sotto il controllo tedesco, convinse il Comando Supremo francese, che volle attaccare quel quadrante con forze inadeguate nonostante il parere contrario dei comandanti, a riprendere l'operazione anziché accantonarla, destinandovi ingenti forze che avrebbero potuto essere impiegate forse più utilmente nell'offensiva principale della Prima Armata verso Saarburg. Il VII Corpo venne così rinforzato da ben 4 divisioni (3 delle quali di riserva) formando una nuova grande unità, forte di circa 150.000 uomini, denominata Armata di Alsazia, affidata al generale Pau. Inoltre, il Comando Supremo francese,ancorato al concetto che il fallimento di un attacco dipende più dall'incapacità del comandante che da qualsiasi altra circostanza, sostituì il generale Bonneau, iniziando una serie di esoneri e di confinamenti a Limoges con incarichi di retrovia, tramite i quali Joffre intendeva punire inflessibilmente la presunta incapacità dei generali che erano stati sconfitti su cui, per la maggior parte aleggiava ancora l'ombra della vecchia guardia responsabile della disfatta nella guerra franco-prussiana del 1870. Questa voglia di chiudere col passato però non porterà i risultati sperati, anzi rischiava di scoprire in modo fatale l'intera nazione.

Il 14 agosto il generale Pau rinnovava l'offensiva in Alsazia Superiore e, pur incontrando una scarsa resistenza da parte delle esigue forze tedesche (3 brigate), solamente il giorno 19 tornava ad occupare Mulhouse e finiva per arrestarsi del tutto il giorno 20 dello stesso mese. A quel punto, anche il Comando Supremo francese dovette constatare il fallimento dell'obiettivo principale dell'offensiva, ossia distrarre importanti forze avversarie per alleggerire l'attacco principale di Dubail più a nord. I Francesi non erano riusciti ad acquistare sufficiente spazio verso nord, avendo occupato soltanto Munster a sud-ovest di Colmar. Perciò lo stesso 20 agosto l'Armata di Alsazia venne sciolta e le sue divisioni furono inviate a rinforzare direttamente la Prima Armata o altri settori del fronte, lasciando intravedere quello che sarà veramente il primo conflitto mondiale.

Le due offensive iniziali francesi si chiudevano così con un bilancio del tutto passivo. Se nella prima si erano esposte forze inadeguate a subire uno scacco quasi inevitabile, nella seconda si erano impegnate forze cospicue senza ottenere alcun profitto. Inoltre, in questa occasione, Joffre (e fu, per la verità, la sola volta) aveva dato prova di irresolutezza e di una certa indeterminatezza strategica. Dapprima l'armata del generale Pau era stata sottratta al comando del gen. Dubail; poi non si era saputo farla venire tempestivamente a sostegno di quest'ultimo, pur essendo schierata in un settore contiguo; infine essa gli era stata restituita quando ormai era troppo tardi. In pratica, contravvenendo a un principio strategico basilare, si erano lasciate inutilizzate forze considerevoli nel momento decisivo della battaglia in Lorena.

La genesi

Come detto, quale componente fondamentale della strategia francese per l'intero primo conflitto mondiale, racchiuso nel Piano XVII, la Battaglia per Mulhouse era stata destinata a garantire la riconquista dell'Alsazia e degli altri territori perduti a favore della Germania come conseguenza della sconfitta francese nel sanguinoso conflitto franco-prussiano del 1870-71. Mulhouse di suo era si strategicamente importante, ma il suo ruolo, anzi, la sua conquista, aveva un valore molto più alto sotto il profilo simbolico e politico. Infatti, oltre alla questione di orgoglio nazionale francese, insito nella riconquista dell'Alsazia, scopo del comando francese era quello di dare un segno di sostegno alle popolazioni francesi da oltre quarant'anni sotto il giogo germanico nella speranza che le stesse, in quanto protagoniste di una delle aree europee più produttive dal punto di vista industriale, potessero, per quanto possibile, ritardare forniture al nemico tedesco. Inoltre dal punto di vista meramente strategico, le truppe francesi, con l'occupazione di quel quadrante, si sarebbero ben posizionate per proteggere il proprio fianco.

Le forze in campo

Le forze francesi comandate dal generale Louis Bonneau, facevano parte dell'Armata Alsazia, e consistevano nel 7º Corpo d'Armata (14ª e 41ª divisione di fanteria, rinforzate da 57ª Brigata della divisione di riserva di Belfort) e l'8ª divisione di cavalleria. Questa offensiva di Mulhouse faceva parte della ben più vasta azione offensiva francese in Alsazia e Lorena, secondo le direttive del piano XVII. Dall'altra parte i tedeschi opponevano il XIV e il XV Corpo della 7ª Armata tedesca comandata dal generale Josias von Heeringen.

La battaglia

Dopo aver attraversato la frontiera la mattina del 7 agosto, i Francesi presero rapidamente la città di confine di Altkirch con una carica alla baionetta; tuttavia Bonneau, sospettoso sull'estrema leggerezza delle difese tedesche, le quali in realtà andavano concentrandosi più a nord per l'offensiva in Belgio che avrebbe portato a Parigi e alla possibilità di prendere le stesse armate francesi in Alsazia e Lorena alle spalle, era molto diffidente e cercò di avanzare mantenendo il dubbio che stesse entrando in una sorta di trappola tedesca. Tuttavia, forzato dagli ordini di muovere verso il Reno giorno successivo, Bonneau dovette continuare la sua avanzata, ottenendo anche il controllo di Mulhouse poco dopo che i suoi occupanti tedeschi avevano lasciato la città.

Il Maresciallo Joffre ovviamente raggiante per la rapida presa di Mulhouse, stranamente ottenuta senza opposizione, diede l'avvio a una serie di grandi festeggiamenti in patria; mentre i francesi venivano considerati come liberatori dagli abitanti di Mulhouse stessa. Tuttavia, con l'arrivo di riserve tedesche da Strasburgo, i tedeschi si organizzarono per un contro-attacco previsto per la mattina del 9 agosto nella vicina Cernay. Bonneau, da par suo non aveva riserve da poter impiegare per una difesa importante della città, così fu costretto ad iniziare un lento ritiro dall'intera zona nello stesso giorno. Il Maresciallo Joseph Joffre, comandante in capo francese, appena informato del capovolgimento di fronte, seppure indisipettito per la poca combattività dei suoi sottoposti, inviò il prima possibile una divisione di riserva per aiutare Bonneau nella difesa, ma questi rinforzi francesi arrivarono troppo tardi per salvare la città dalla riconquista, così Bonneau dovette ritirarsi verso Belfort entro il 10 agosto per sfuggire all'accerchiamento tedesco.

Joffre fu immediato nell'addossare la colpa del mancato conseguimento di Mulhouse alla Francia su Bonneau, che aveva caricato senza aggressività (una delle componenti fondamentali del Piano XVII), così quest'ultimo venne subito sollevato dal comando. Riconoscendo l'alto profilo della perdita, Joffre aggiunse altre quattro divisioni per la cosiddetta Armata dell'Alsazia posta sotto il comando del generale Pau, che inutilmente aveva tentato di avanzare in Lorena fino alla fine di quel mese.

Le conseguenze

Dopo lo scacco subito, un contrattacco francese, avvenne nel ricco sobborgo di Mulhouse, Dornach, il 19 agosto, e portò alla ritirata le truppe tedesche fino a Ensisheim, 20 km a nord. In questo battaglia, risultò decisivo l'apporto del fuoco d'artiglieria diretto dal futuro Generalissimo colonnello Robert Nivelle. Il 24 agosto le truppe francesi si ritirarono da Mulhouse fino alla più sicura linea di Altkirch, per ritornare a Mulhouse solo dopo l'armistizio del 1918.

Ma i danni più grandi subiti dai Francesi a Mulhouse erano le ripercussioni morali dello scacco e l'immediata perdita della città appena liberata fu sentita come un doloroso insuccesso. Tali considerazioni non dovettero essere estranee alla decisione di Joffre di riprendere l'offensiva in quel settore, però con forze molto più consistenti.