Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Morhange-Sarrebourg

14-25 agosto 1914

Gli avversari

Auguste Yvon Edmond Dubail (Belfort, 15 aprile 1851 - Parigi, 7 gennaio 1934)

Nel 1868 entra all'École spéciale militaire de Saint-Cyr, specialità fanteria, uscendone nel 1870. Nello stesso anno partecipa alla guerra franco-prussiana, combattendo a Saarbrücken, Spicheren[ e Borny. Il 1 ottobre 1870 è promosso sottotenente, assegnato al 10mo Battaglione Cacciatori a piedi. Viene fatto prigioniero dai tedeschi a Metz. Una volta liberato partecipa alla repressione della comune di Parigi.

Il 3 marzo 1873 ottiene la promozione a tenente, assegnato al 138mo Reggimento di Fanteria. Nel 1874 insegna arte militare presso l'École spéciale militaire de Saint-Cyr. Frequenta la scuola di guerra in cui si laurea nel 1878, e nello stesso anno viene promosso capitano assumendo il commando del 1mo Reggimento Zuavi. Tra il 1886 ed il 1887 è aiutante del Ministro della Guerra, generale Georges Boulanger. Il 9 luglio 1888 diviene comandante di battaglione e capo di stato maggiore della 41a Divisione di Fanteria, passando poi al 37mo reggimento di Fanteria di Linea di Nancy. Successivamente ritorna alla fanteria coloniale, dove il 12 ottobre 1901 diviene colonnello del 1° Reggimento Zuavi (1er Zouaves), passando poi al comando del 3º Reggimento Zuavi. Nel 1904 è promosso maggior generale, e il 24 dicembre 1904 diviene comandante della 53a Brigata di Fanteria. Il 6 aprile 1905 assume il comando della 5a Brigata di Fanteria. Tra il 18 settembre 1905 e il 27 settembre 1906 comanda la 14a Brigata di fanteria. Nel 1904-1905 diviene per due volte capo di gabinetto del Ministro della Guerra, Maurice Berteaux. Tra il 24 dicembre 1906 è promosso generale di brigata e assume la direzione dell'École spéciale militaire de Saint-Cyr, carica mantenuta fino al 25 dicembre 1908 quando viene promosso generale di divisione passando al comando della 14a Divisione di Fanteria a Belfort. Il 30 marzo 1911 sostituisce il generale Édouard Laffon de Ladebat come Capo di Stato Maggiore dell'Esercito francese. L'assunzione di questo incarico coincise con la crisi di Agadir, un incidente internazionale provocato dall'arrivo di una cannoniera tedesca al porto marocchino di Agadir. La crisi vide crescere la contrapposizione tra la Germania, da una parte, e la Gran Bretagna e la Francia dall'altra. Entrambe queste nazioni si sentivano minacciate dalla possibile presenza tedesca sulla costa atlantica dell'Africa. Il generale Dubail prese parte alle negoziazioni tra gli eserciti britannici e francesi, che consentirono di decidere quali piani d'azione adottare in vista di una possibile guerra con la Germania. Il 30 luglio dello stesso anno viene sostituito alla guida dell'esercito dal generale Joseph Joffre, nominato Capo di Stato Maggiore Generale nel 1912. Dopo aver guidato una missione militare in Russia, Dubail assunse il comando del IX Corpo d'Armata a Tours (20 gennaio 1912), e divenne membro del Supremo Consiglio di Guerra (Conseil supérieur de la guerre) nel 1914.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, il 2 agosto 1914 Dubail assume il comando della 1a Armata che diresse nel sud-est della Lorena durante la battaglia delle Frontiere. Il 14 agosto la 1a Armata, in ossequio al Piano XVII, iniziò l'avanzata su Strasburgo mentre la 2a Armata del generale de Castelnau avanzò su Morhange. Le forze francesi furono attaccate dalla 6a (generale Rupprecht di Baviera) e 7a Armata tedesca (generale Josias von Heeringen). Sotto la guida del Kronprinz Rupprecht di Baviera il 20 agosto le forze tedesche lanciarono la controffensiva, investendo pesantemente la 2a Armata francese che venne fermata e indotta alla ritirata. Ciò lasciò scoperto il fianco della 1a Armata francese, che dopo aver combattuto a Sarrebourg venne anch'essa costretta a ritirarsi per evitare l'accerchiamento. Il 22 agosto le forze francesi, che avevano subito pesanti perdite, erano di nuovo rischierate sulla Mosella. Contrario alla ritirata, Dubail provò a fermare l'avanzata tedesca durante la battaglia della trouée de Charmes, combattuta nel punto di giunzione tra la 1a e la 2a Armata di de Castelnau. Ritiratosi su Nancy, dove venne raggiunto dalla 2a Armata di de Castelnau proveniente da Sarrebourg, riuscì a trattenere l'avanzata tedesca e a conservare la città. In seguito a questo successo gli venne conferita la missione di chiudere l'accesso al massiccio dei Vosgi. Egli riportò un brillante successo durante la battaglia della Haute Meurthe, che fermò definitivamente l'offensiva tedesca sui Vosgi. Promosso comandante del settore di Saint-Michel, diresse gli attacchi sulla Woëvre. Il 5 gennaio 1915 fu nominato comandante del Gruppo di Armate Est (Groupement des armées de l'Est), comprendente il settore che andava da Belfort a Verdun. Dal mese di luglio segnalò all'alto comando dell'esercito l'insufficienza delle difese per quanto riguardava l'artiglieria dei forti, ma i suoi avvertimenti vennero sempre ignorati. Un anno più tardi l'offensiva tedesca gli diede ragione, il che non gli evitò di essere sollevato dall'incarico e messo a riposo per limiti di età nel marzo 1916. Divenne governatore militare del campo trincerato di Parigi, posto che mantenne sino alla primavera del 1918. Nel 1918 diviene Gran Cancelliere della Légion d'honneur, carica che mantiene fino alla morte. Durante tale mandato Dubail creò nel 1921 la società, e nel 1925, il Museo della Legion d'onore. Muore a Parigi il 7 gennaio 1934, e il suo corpo fu inumato presso il cimitero di Montparnasse. Una avenue del 16mo arrondissement di Parigi fu ribattezzata in suo onore: avenue du Général-Dubail.


Josias von Heeringen (1850 - 9 ottobre 1926)

È stato un generale tedesco durante il periodo imperiale, servì durante la Prima guerra mondiale. Prima della guerra fu Ministro della guerra del Regno di Prussia. Il 2 agosto 1914 ricevette il comando della 7ª Armata; nel corso della battaglia delle Frontiere respinse l'avanzata francese in Alsazia prevista dal Piano XVII (battaglia di Morhange-Sarrebourg). Il successo gli valse la medaglia Pour le Mérite, la più alta onorificenza militare tedesca, e le felicitazioni personali del Kaiser, Guglielmo II. Nel corso della Prima battaglia dell'Aisne contribuì ad arrestare la controffensiva portata dalla 5ª e 6ª Armata francese e dal Corpo di Spedizione Britannico. Rimase al comando della 7ª Armata sino al 28 agosto 1916, giorno in cui ricevette la Croce di ferro con fronde di quercia. Per il resto del conflitto comandò le forze di difesa costiera.

La fase iniziale della battaglia delle frontiere

Secondo i piani dello Stato maggiore francese, sintetizzati nel Piano XVII, l'offensiva dell'ala destra, composta dalla Prima e Seconda Armata, fra Metz e i Vosgi, ossia a sud della zona fortificata Diedenhofen-Metz, doveva essere preceduta da un'operazione di portata minore in Alsazia, il cui obiettivo era quello di consolidare la posizione dell'ala destra francese al Reno, strategico snodo per le forniture ed il passaggio di forze e mezzi nell'intero assetto germanico. Per tale offensiva preliminare il comandante della Prima Armata, il generale Dubail, aveva costituito presso Belfort un Distaccamento d'Armata formato dal VII Corpo e dall'Ottava Divisione di cavalleria, più una brigata della fortezza di Belfort. L'obiettivo di questa offensiva non era solo strettamente militare, ma anche politico, visto che l'avanzata nell'Alsazia, persa dal 1870, avrebbe assunto un particolare carattere di 'revanche' dal lato francese e avrebbe potuto suscitare dei moti anti-tedeschi fra la popolazione che, nella grande maggioranza, e nonostante fossero sotto l'egida tedesca da più di quarant'anni, era francese.

Il 4 agosto, inizio' l'offensiva in Alsazia. Ma in realtà, sia il generale Dubail sia il generale Bonneau, comandante del VII Corpo d'Armata, nutrivano forti dubbi circa l'opportunità di una tale operazione, poiché le informazioni raccolte dalle ricognizioni sembravano indicare uno sgombero volontario dei reparti tedeschi (la Settima Armata tedesca) e temevano che lasciandosi attirare in profondità potessero essere, poi, attaccati sui fianchi. Ma tali perplessità, che il generale Dubail aveva fatto presenti al proprio Comando Supremo, vennero da quest'ultimo decisamente respinte. I sostenitori dell'offensiva a oltranza, Joffre su tutti, giudicarono questo atteggiamento prudente in modo sfavorevole. Le teorie strategiche della nuova scuola di pensiero tattico francese sostenevano che lo spirito di decisione dei comandi è essenziale alla riuscita di qualsiasi operazione. Pertanto tutti gli ordini di attacco vennero confermati.

Il VII Corpo si mosse il 7 agosto, come previsto (anche dai tedeschi, i quali immaginavano perfettamente come l'offensiva francese sarebbe stata diretta a riprendersi quanto perso nel 1870); superati i Vosgi, le truppe francesi sboccarono verso la valle del Reno e occuparono Altkirch, sulla strada principale Belfort-Morhange-Sarrebourg, pochi chilometri oltre la frontiera. Solo l'indomani, 8 agosto, il generale Bonneau riprese l'avanzata, impadronendosi senza lotta di Morhange-Sarrebourg; ma, sempre preoccupato di una eventuale minaccia sui fianchi, confermata piuttosto che smentita dalla debolissima resistenza avversaria, si fermò nuovamente attestandosi a difesa. Di fronte a lui le scarse forze di copertura tedesche si erano ritirate sulla riva destra del Reno; ma il comandante della Settima Armata tedesca, generale Von Heeringen, prendeva immediati provvedimenti per spostare verso Morhange-Sarrebourg il grosso delle sue forze concentrato più a nord, nella regione di Strasburgo.

Lo smacco subito dalla controffensiva tedesca, che riporto' assai velocemente Morhange-Sarrebourg sotto il controllo tedesco, convinse il Comando Supremo francese, che volle attaccare quel quadrante con forze inadeguate nonostante il parere contrario dei comandanti, a riprendere l'operazione anziché accantonarla, destinandovi ingenti forze che avrebbero potuto essere impiegate forse più utilmente nell'offensiva principale della Prima Armata verso Saarburg. Il VII Corpo venne così rinforzato da ben 4 divisioni (3 delle quali di riserva) formando una nuova grande unità, forte di circa 150.000 uomini, denominata Armata di Alsazia, affidata al generale Pau. Inoltre, il Comando Supremo francese,ancorato al concetto che il fallimento di un attacco dipende più dall'incapacità del comandante che da qualsiasi altra circostanza, sostituì il generale Bonneau, iniziando una serie di esoneri e di confinamenti a Limoges con incarichi di retrovia, tramite i quali Joffre intendeva punire inflessibilmente la presunta incapacità dei generali che erano stati sconfitti su cui, per la maggior parte aleggiava ancora l'ombra della vecchia guardia responsabile della disfatta nella guerra franco-prussiana del 1870. Questa voglia di chiudere col passato pero' non porterà i risultati sperati, anzi rischiava di scoprire in modo fatale l'intera nazione.

Il 14 agosto il generale Pau rinnovava l'offensiva in Alsazia Superiore e, pur incontrando una scarsa resistenza da parte delle esigue forze tedesche (3 brigate), solamente il giorno 19 tornava ad occupare Morhange-Sarrebourg e finiva per arrestarsi del tutto il giorno 20 dello stesso mese. A quel punto, anche il Comando Supremo francese dovette constatare il fallimento dell'obiettivo principale dell'offensiva, ossia distrarre importanti forze avversarie per alleggerire l'attacco principale di Dubail più a nord. I Francesi non erano riusciti ad acquistare sufficiente spazio verso nord, avendo occupato soltanto Munster a sud-ovest di Colmar. Perciò lo stesso 20 agosto l'Armata di Alsazia venne sciolta e le sue divisioni furono inviate a rinforzare direttamente la Prima Armata o altri settori del fronte, lasciando intravedere quello che sarà veramente il primo conflitto mondiale.

Le due offensive iniziali francesi si chiudevano così con un bilancio del tutto passivo. Se nella prima si erano esposte forze inadeguate a subire uno scacco quasi inevitabile, nella seconda si erano impegnate forze cospicue senza ottenere alcun profitto. Inoltre, in questa occasione, Joffre (e fu, per la verità, la sola volta) aveva dato prova di irresolutezza e di una certa indeterminatezza strategica. Dapprima l'armata del generale Pau era stata sottratta al comando del gen. Dubail; poi non si era saputo farla venire tempestivamente a sostegno di quest'ultimo, pur essendo schierata in un settore contiguo; infine essa gli era stata restituita quando ormai era troppo tardi. In pratica, contravvenendo a un principio strategico basilare, si erano lasciate inutilizzate forze considerevoli nel momento decisivo della battaglia in Lorena.

La battaglia

Come detto l'invasione francese della Lorena costituiva uno dei principali obiettivi dell'intera strategia offensiva pre-guerra francese contro la Germania, compresa nel già descritto Piano XVII. Nel Piano XVII quindi, il recupero di Alsazia e Lorena era l'elemento centrale della strategia francese e di conseguenza ben noto anche in Germania prima ancora che iniziasse la guerra; obiettivo che quindi veniva preso seriamente in considerazione nel Piano Schlieffen.

Il 14 agosto, la Prima e la Seconda Armata francese iniziarono l'offensiva principale in Alsazia e Lorena. Gli obiettivi principali erano Saarburg per la Prima Armata e Morhange per la Seconda. Le truppe francesi, anche in rispetto alle nuove teorie strategiche francesi, erano si' sprovviste di artiglieria pesante, ma a questo fattore bisognava aggiungere il terreno difficile, per la presenza di colline e boschi e il caldo stagionale. Tutto ciò faceva pensare che l'avanzata francese sarebbe stata faticosa e difficile. Di contro i tedeschi, guidati dal principe ereditario di Baviera che aveva ai suoi comandi, dal 9 agosto, la Settima Armata del generale von Heeringen, potevano opporre solo 16 divisioni, fra attive e di riserva, alla trentina di divisioni francesi. Queste ultime pero' erano in parte destinate all'Armata di Alsazia, che praticamente non sarà mai impiegata, mentre altre 3 costituivano le guarnigioni di guardia a Verdun, Toul e Nancy. Le cose, ma questo doveva essere previsto con largo anticipo, dal punto di vista tedesco in quel settore erano critiche. Eppure questo era il rischio che si doveva correre per poter effettuare una consistente manovra di sfondamento in Belgio che avrebbe portato le Armate tedesche del nord a poter prendere Parigi e rinculare prendendo alle spalle le forze francesi dedicate alla riconquista di Alsazia e Lorena stesse. Per fare questo era quindi necessario resistere, o quantomeno rallentare il più possibile l'avanzata francese in quel quadrante, pena la possibilità di venire aggirati e di peredere nodi produttivi strategici per il proseguio della guerra.

Ma proprio in quel settore l'avanzata francese procedeva di suo con molta lentezza e visto che, per il giorno 18, l'ala destra tedesca sarebbe stata pronta a muoversi, crebbe, nel capo di Stato maggiore tedesco la fiducia di poter portare a compimento i piani prestabiliti; tanto più che egli aveva provveduto immediatamente a rafforzare la propria ala sinistra con 6 divisioni d'appoggio, che in precedenza erano state promesse all'alleato austro-ungarico, e che avrebbero poi dovuto essere impiegate a rinforzo dell'ala destra marciante. Anzi Moltke a un certo punto, con la sua caratteristica indecisione fra manovra avvolgente sulla sola destra (o da nord, come previsto dal Piano Schlieffen) e manovra a doppio avvolgimento (che prevedeva un avanzamento sul lato meridionale del confine franco-prussiano), penso' di preparare l'ala sinistra tedesca a una controffensiva talmente poderosa, da sfondare il fronte avversario in Lorena per congiungersi, in quella direzione, con l'ala destra marciante, rendendo completo l'accerchiamento dell'intero esercito francese. Alla fine vi rinunciò, almeno per il momento; però le 6 divisioni del gruppo di riserva rimasero all'ala sinistra: troppe, per svolgere compiti puramente difensivi. I Francesi, intanto, avanzavano con grande lentezza, tanto più che solo il 18 agosto, ossia cinque giorni dopo aver iniziato l'avanzata, essi poterono disporre di forze completamente concentrate. La Prima Armata di Dubail avanzava oltre la Meurthe e l'alta Saar (Sarre); sulla destra, il XX Corpo d'Armata scendeva lungo le pendici dei Vosgi per operare ad est di essi, nella valle del Reno. La Seconda Armata di De Castelnau che avrebbe dovuto tenersi in stretto contatto con l'ala sinistra della Prima, in realtà avanzava soltanto con la propria ala destra perché i due corpi di sinistra, secondo le disposizioni del Comando Supremo, erano stati trattenuti sulla riva sinistra della Mosella, apparentemente per coprirsi da possibili attacchi in direzione di Metz, ma in realtà così facendo i francesi si ponevano completamente sulla difensiva. Infatti, con questa disposizione i francesi pur avendo una superiorità numerica schiacciante, avevano lasciato le proprie divisioni così sfilacciate sul territorio da poter opporre al nemico appena 19 delle potenziali 30 divisioni di fronte al nemico tedesco. Questi ultimi, però, non seppero approfittare del vantaggio ottenuto, poiché l'ala sinistra (formata dalle famose 6 divisioni del gruppo di riserva) era troppo forte per un semplice compito difensivo e al tempo stesso insufficiente per tentare un vero sfondamento in Lorena, settore presidiato da poderose fortezze francesi. Moltke a questo punto penso' di sfruttare quelle divisioni per poter attaccare ai fianchi le due Armate francesi dopo averle fatte incuneare in quel difficile terreno. Così le forze tedesche ebbero l'ordine di ripiegare senza opporre seria resistenza. In tutto questo, l'avanzata francese continuava con lentezza, ora anche perché le retroguardie tedesche coprivano il ripiegamento dei commilitoni utilizzando largamente il fuoco d'artiglieria, (ed evitando d'impegnarsi in combattimenti di fanteria), fuoco che fu così efficace che la 29ma Divisione di fanteria della Seconda Armata francese, nel tentativo di attaccare presso Lagarde, subì perdite enormi dall'artiglieria tedesca, senza averne neppure visto la fanteria. La Prima Armata, nel frattempo riuscì ad occupare Sarrebourg il 18 agosto successo che pero' non porto' grossi sconvolgimenti in materia di conquista di territorio. Infatti anche se il 19 l'avanzata riprese oltre Sarrebourg i francesi incontrarono sempre maggiori difficoltà, sia per le asperità del terreno, sia per l'efficace resistenza opposta dall'avversario. Nonostante le forti perdite subite, per il 20 agosto le due armate francesi contavano di proseguire l'avanzata contando sull'idea che le azioni tedesche che avevano bloccato in diversi punti l'avanzata, vennero interpretati come un episodi di un'estrema resistenza da parte di un nemico ormai prossimo al cedimento.

Moltke, con l'idea fisse di poter attaccare il nemico dai fianchi con le sue divisioni, voleva far penetrare ancora di più i francesi nel proprio territorio, così da trovarsi, tra non molto esposti ad un potenziale attacco ai fianchi che sarebbe divenuto quasi un accerchiamento. Ma il principe di Baviera era contrario alla prosecuzione di quel ripiegamento, non compreso dai soldati, che su quel fronte avevano subito perdite praticamente nulle e che ancora non avevano praticamente visto il nemico. Moltke venne così pressato da vicino dal Comando Supremo perché effettuasse un valoroso, quanto stupido tatticamente, contrattacco diretto. Purtroppo per la Germania, Moltke non fu in grado di far comprendere allo stesso Comando Supremo la bontà del suo piano, il quale, sarebbe potuto attuarsi solo attendendo ancora per qualche altro giorno (vista la lentezza con cui avanzavano i francesi), per poter accerchiare e distruggere le due Armate francesi nella loro interezza. Ma alla fine, il principe Rupprecht e il suo Capo di Stato Maggiore, generale Krafft von Dellmensingen, riuscirono a strappare a Moltke la sospirata autorizzazione e contrattaccarono subito. Il 20 agosto la Sesta e la Settima Armata sferrarono la controffensiva. I Francesi, che avanzavano sui prati e nei boschi con la loro visibilissima uniforme rosso-blu, si trovarono sotto il tiro della micidiale artiglieria avversaria e, per la prima volta, si accorsero a proprie spese che l'élan non era sufficiente ad aver ragione del meno impetuoso, ma meglio armato e condotto con più freddezza esercito tedesco. Alle 4 del pomeriggio il generale De Castelnau, fortemente premuto presso Morhange e attaccato anche sull'ala sinistra dalla guarnigione di Metz, era costretto a ordinare la ritirata generale della sua armata. La Prima Armata, nel complesso, si batté con maggior fortuna e, in molti settori, riuscì a respingere l'attacco; ma il cedimento dell'armata contigua aveva frattanto lasciata scoperta la sua ala destra, sicché il 21 anche il generale Dubail era costretto a ripiegare.

Le conseguenze

Il complesso di azioni del 20 agosto, che costituirono la battaglia di Morhange-Sarrebourg, si chiuse pertanto con una grave sconfitta dei Francesi, che subirono perdite assai gravi e dovettero cedere tutto il poco terreno così faticosamente conquistato; essi però sfuggirono all'accerchiamento e alla distruzione, principalmente perché il contrattacco tedesco era stato prematuro. La Seconda Armata arrestò la sua ritirata ad ovest della Meurthe e ricevette, come rinforzo, 2 divisioni della riserva e il II Corpo di cavalleria; sulla sinistra venne mantenuta la linea del Grand Couronnè, un anfiteatro di colline che racchiudono la città di Nancy. La Prima Armata che, pur avendo subito gravi perdite, era tuttavia in condizioni migliori della seconda, si attestò su una linea da Dames-aux-Bois al Col du Bonhomme.

Sul lato francesi furono commessi errori nella valutazione della consistenza delle forze nemiche e nella loro abilità di tiro. L'azione gagliarda dei reparti francesi, il loro ardore non poteva bastare per avere la meglio, in maniera devastante, su un nemico che seppur in apparente inferiorità numerica e privo di artiglieria di grosso calibro, era comunque molto ben organizzato e sapeva utilizzare alla meglio i propri pezzi di medio calibro, i quali, grazie all'osservazione aerea e ottennero una notevole precisione di tiro. Ma anche dal lato tedesco ci sono delle gravi recriminazioni da poter fare. Il non avere ascoltato le ragioni del piano di Moltke traformò quella che poteva essere un trionfo, che avrebbe sicuramente sconvolto l'intero schacchiere di Alsazia e Lorena, in una vittoria importante ma non decisiva. Infatti, rigettati fino alle loro basi di partenza ed oltre, i francesi, sconfitti ma non distrutti, trovarono nelle proprie poderose fortificazioni di frontiera la chiave per trasformarsi in una forza combattente addirittura più potente di prima. Inoltre a questo punto sarebbero dovuti essere proprio i tedeschi a dover esporsi allo scoperto per aver ragione di un avversario fortemente arroccato. La lotta si riaccese violenta sul fronte della Prima Armata di Dubail, il 23 di agosto mentre, più a nord, la Seconda armata di Castelnau era anch'essa fortemente premuta, il tutto senza che nessuno riuscisse a strappare risultati decisivi. La fase conclusiva della guerra di movimento sul fronte franco-tedesco iniziava a prefigurarsi.