Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Carchemish (Karkemiš)

605 a.C.

Gli avversari

Nabucodònosor (604 - 562 a. C.)

Secondo re dell'impero neobabilonese, successe a suo padre Nabopolassar durante la campagna contro gli assiri e portò lo stato alla massima potenza. Si distinse come generale valoroso, sconfiggendo gli Egiziani nella battaglia di Carchemish (605). Salito al trono, continuò le campagne di guerra all'Occidente, sottomettendo la Palestina e conquistando Gerusalemme nel 586; d'altro canto, con un'abile politica di amicizia verso i Medi, del cui re sposò una figlia, si assicurò la tranquillità ai confini orientali. Per quanto riguarda la politica interna, si rese famoso per una serie di opere architettoniche; fece costruire un monumentale sistema di difesa intorno a Babilonia; elevò un magnifico palazzo; edificò o riedificò templi, ornandoli di doni preziosi. Le iscrizioni del tempo sono in massima parte dedicate a queste opere di pace, conformemente alla tradizione dei sovrani babilonesi.


Neco

Faraone d'Egitto, regnò dal 609 al 595 a. C. Il suo regno è stato caratterizzato dalla accesa contesa con la potenza babilonese per il controllo di Siria e Palestina. Alla battaglia di Megiddo, batté il re Iosia di Giudea, a cui fece succedere il figlio Ioachim. Ma nel 605 fu a sua volta battuto a Karkemish da Nabucodonosor II e obbligato in seguito alla sconfitta a cedergli la Siria. Per sua iniziativa, marinai fenici compirono il periplo dell'Africa, e a chi viene anche attribuito un piano per mettere in comunicazione il Nilo col Mar Rosso.

La genesi

Quando la capitale assira di Ninive venne invasa dai babilonesi nel 612 a.C., gli Assiri trasferirono la loro capitale a Harran. Ma Quando anche Harran venne presa dai babilonesi nel 610 a.C., la capitale fu spostata ancora una volta, questa volta a Carchemish, sul fiume Eufrate, e il re assiro Ashur-uballit II richiese l'aiuto del suo alleato, il potente Egitto, il cui esercito iniziò, nel 609 a.C., la marcia in suo aiuto contro i Babilonesi.

La marcia dell'esercito egiziano agli ordini del faraone Neco II venne però ritardata a Megiddo dalle forze del re Giosia di Giuda. Giosia fu ucciso e il suo esercito fu sconfitto. Il cadavere di Giosia è stato consegnato a Gerusalemme immediatamente e sepolto secondo i costumi dei re di Giuda, vicino alla tomba del re Davide. Ma il suo sacrificio non fu vano. Le forze alleate egiziane avevano perso probabilmente delle risorse umane che si sarebbero dimostrate decisive nello scontro contro il principale nemico: l'esercito babilonese che già premeva gli assiri nei pressi della loro "nuova" capitale.

La battaglia

Le fonti non riportano con esattezza numeri e dinamica dello scontro; d'altra parte sappiamo che, se da un lato, una parte delle forze alleate egiziane si erano perse nello scontro con Giosia a Megiddo, e quelle assire erano da tempo in inferiorità numerica (viste le perdite di Ninive e Harran), anche i babilonesi non schierarono l'intera forza militare a loro disposizione a Carchemish. Si sa per certo, dalle cronache, che Nabopolassar inviò suo figlio Nabucodonosor con una "grande armata", ad ovest di Harran proprio verso il luogo dello scontro.

Il re babilonese era stato accompagnato per tutta la sua campagna dal figlio, e sul campo ne aveva intuito le sue doti di leader; doti che saranno ancora più chiare al momento della sua ascesa al trono. Ma a Carchemish, Nabucodonosor se non potè contare su un vantaggio numerico marcato, visto l'arrivo degli egiziani, poteva sicuramente contare su altri fattori decisivi. Il morale delle sue truppe era sicuramente alto viste la serie di vittorie da cui venivano, la conoscenza delle tattiche e della natura della parte assira dell'esercito alleato (gli assiri avevano dominato su Babilonia per un periodo significativo) ed infine l'importantissima, numericamente parlando, componente mercenaria dell'esercito egiziano, sulla quale si poteva far affidamento per la professionalità ma non per l'estrema resistenza.

La battaglia, come descritto nella cronaca Nabucodonosor, oggi conservata al British Museum, riporta che Nabucodonosor stesso prese di sorpresa il nemico attaccandolo rapidamente da ovest: "dopo aver attraversato il fiume Eufrate attaccò l'esercito egiziano che si trovava in Karchemis". Lo scontro fu cruento ma furono gli uomini di Neco a cedere per primi e a ritirarsi dal campo. La loro frettolosa fuga portò ad un grande massacro, come riportato nella stessa cronaca: "il resto dell'esercito egiziano era scappato dalla sconfitta così velocemente da non portarsi dietro alcuna arma, così, quando vennero raggiunti dai babilonesi ad Amat vennero nuovamente sconfitti, ma stavolta in modo tale che non un solo uomo potè tornare al suo paese. In seguito, Nabucodonosor conquistò l'intera area di Amat".

La battaglia di Carchemish è anche menzionata e descritta nella Bibbia, nel libro di Geremia.

Le conseguenze

Nabucodonosor, dopo la vittoria a Carchemish, salì al trono e fondò un impero che andava dall'Egitto alla Persia, attraverso la Palestina e la Siria, dalla Lidia (Asia Minore) al Golfo Persico. Controllerà la Media, in qualità di sposo della figlia del re Ciassarre ed, in qualità di garante di un accordo di pace tra quest'ultima e la Lidia, controllerà anche la stessa Lidia. Questo regno sarà ricchissimo e famoso per la cultura e la scienza. Il re babilonese non sottometteva i popoli conquistati, ma lasciava ai re locali al comando ed al popolo i propri usi e costumi.