Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Yungay

20 Gennaio 1839

Gli avversari

BULNES, Manuel

Generale e uomo politico cileno, nato a Concepción nel 1799, morto a Santiago nel 1866. Prese, giovanissimo, parte alla rivoluzione cilena, militando sotto gli ordini del San Martín; poi, col grado di colonnello, fu mandato dal governo cileno a domare gl'Indiani dell'Araucania (1828-31); infine, divenuto generale, ebbe parte notevole nella guerra contro il Perù e la Bolivia, occupando Lima. Nominato due volte dal partito conservatore presidente della repubblica (1841-51), tenne il potere con fermezza, ma non con durezza verso gli avversarî; il suo governo fu contrassegnato da qualche riforma liberale e dal favore concesso all'istruzione pubblica e alla cultura. Nella guerra civile del 1851 si mise energicamente a fianco dei conservatori, capeggiati dal suo successore al governo, il presidente Manuel Montt.

SANTA CRUZ, Andrés

Uomo politico sudamericano, nato nel Perù nel 1794, morto a Versailles nel 1865. Generale dell'esercito peruviano nella rivolta contro la Spagna, conquistò La Paz; nel 1826 fu ambasciatore nel Chile e nel 1829 divenne presidente della Bolivia. Allo scadere dall'alta carica, nel 1835, intervenendo nelle lotte che si erano scatenate per la presidenza nel Perù, riuscì con le armi a farsi riconoscere come dittatore, governando fino al 1839 Perù e Bolivia col titolo di Protettore. Sbalzato dal potere nel 1839 si rifugiò nell'Ecuador, e invano tentò nel 1844 e nel 1854 di riconquistare il potere. Si rifugiò perciò, in Francia, dove lo colse la morte.

La genesi

La Confederazione era una libera unione tra gli Stati di Perù (dopo questa unione diviso in Repubblica Nordperuviana e in Repubblica Sudperuviana) e la Bolivia. Fin dalla sua nascita la confederazione fu vista come una minaccia dai paesi vicini; il potenziale potere di questa nazione infatti, risvegliò l'opposizione dell'Argentina e soprattutto del Cile, non solo a causa dell'espansione territoriale della confederazione, ma anche per la pericolosa minaccia che uno stato così ricco avrebbe potuto significare in quell'area. Questa fu soltanto una delle ragioni della guerra. In realtà entrambe le nazioni erano in aspra competizione per il controllo delle rotte commerciali del Pacifico (per i cileni in modo particolare). Una forza militare della restaurazione quindi, venne inviata dai governi centrali di Cile e Perù per combattere il comandante delle forze della Confederazione: Andrés de Santa Cruz; ma questa forza era in ritirata dopo aver lasciato Lima l'8 novembre, e proseguiva la propria marcia prima verso Huaraz, poi su San Miguel ed infine a Yungay. Al comando delle truppe restauratrici c'erano il generale e comandante in capo dell'Esercito della Restaurazione Manuel Bulnes e il presidente del Perù Agustín Gamarra. Santa Cruz, al comando dell'Esercito Confederato, cercò di dare la caccia ai restauratori e dopo un interlocutorio combattimento a Buin il 6 gennaio 1839, cercò di porre fine anticipatamente alle truppe dell'Esercito della Restaurazione per stabilizzare la situazione interna della Confederazione e prevenire nuove rivolte contro lui stesso. Così, i confederati avanzarono sui loro nemici e occuparono Yungay, con l'obiettivo di tagliare le linee di rifornimento della spedizione riparatrice. Santa Cruz ha cercato di forzare la pace approfittando della sua situazione vantaggiosa, ma Bulnes sapeva che il ritorno in Cile "solo con la pace" era inaccettabile alla luce degli eventi della prima spedizione guidata da Manuel Blanco Encalada, che, senza essersi impegnato in un solo combattimento, firmò il Trattato di Paucarpata, che manteneva la pace e lo status quo. Il governo cileno però, ignorò il documento e Blanco Encalada venne sollevato dal proprio incarico al suo ritorno in Cile. A questo punto, Bulnes e lo Stato Maggiore dell'Esercito della Restaurazione decisero di cercare una posizione più adatta e di affrontare la battaglia.

Le forze in campo

L'esercito confederato aveva un totale di 4.052 1 soldati (1.521 di loro erano boliviani) e 6.100 2 uomini. Il generale Andrés de Santa Cruz, sebbene fosse un notevole amministratore e politico, era un militare medio, che in questa occasione non includeva nel suo staff due dei suoi migliori generali, il britannico Francisco Burdett O'Connor e il tedesco Otto Philipp Braun, entrambi veterani delle guerre d'indipendenza ispano-americane che si erano distinti nelle precedenti campagne di Santa Cruz prima contro Salaverry e poi nel fronte argentino. L'Esercito della Restaurazione aveva un totale di 5.267 2 soldati (4.467 cileni e 800 peruviani) e 5.302 4 uomini (4.280 cileni e 1.022 peruviani dei battaglioni Huaylas e Cazadores del Perú), secondo lo Stato maggiore. A favore dei restauratori c'erano ufficiali con grande esperienza in combattimento come il generale e futuro presidente peruviano, Ramón Castilla, inoltre, il generale in capo dell'esercito restauratore era Manuel Bulnes e il capo di stato maggiore, José María de la Cruz, entrambi cileni; i generali delle divisioni dell'esercito riparatore erano i peruviani Juan Crisóstomo Torrico, Juan Bautista Eléspuru, Juan Francisco de Vidal e Ramón Castilla. Nonostante il fatto che la battaglia fosse combattuta da corpi e non da divisioni, i generali peruviani guidarono lo spiegamento delle truppe.

La battaglia

I confederati si fermarono a Carhuaz, così come i restauratori nei giorni in cui "si dormiva come si mangiava male e si camminava sempre sotto la pioggia". I restauratori si stabilirono vicino a Tarar e il 13 gennaio mentre il generale Santa Cruz occupò la città di Yungay. A questo punto le provviste cominciarono a scarseggiare nelle truppe restauratrici, e non essendoci luogo vicino dove recuperarle occorreva scegliere se ritirarsi o attaccare i Confederati nel sito che avevano scelto e che frettolosamente stavano fortificando. Entrambi gli eserciti decisero così di risolvere una situazione che perdurava da troppo a lungo, e nella prima mattina del 20 gennaio l'esercito restauratore parte da San Miguel verso Yungay con le quattro divisioni che comprendevano fanteria, cavalleria e artiglieria.
La notte del 19 gennaio, Santa Cruz aveva inviato il colonnello Manuel Rodríguez Magariños a osservare le azioni dei restauratori, ma Magariños, si avventurò a parlamentare col nemico, con il leader della forza di restaurazione Agustín Gamarra. Santa Cruz, ancora allo scuro dell'azione di Magariños, invia il generale Anselmo Quiroz con 600 soldati sulle vette della collina Pan de Azúcar, da dove può dominare l'intero terreno, vicino al fiume Áncash, la divisione del generale Ramón Herrera (riva a destra) e alla riva sinistra la divisione di José Trinidad Morán. Al centro l'artiglieria e dietro di loro la cavalleria comandata dal generale José María Pérez de Urdininea. Separano i due eserciti, una non lunga pianura, racchiusa tra il fiume Santa e la Cordillera, in fondo alla quale si stagliano le ripide colline di Áncash, Punyán e Pan de Azúcar, dietro le quali, scorre il profondo canyon del fiume Ancash. Segue uno slargo da 350 metri per 600 metri di lunghezza, e poi le trincee confederate. Il borgo agricolo di Yungay chiudeva il quadro.
Bulnes voleva far partire il suo attacco da Punyán: il battaglione Aconcagua, al comando di Pedro Silva e guidato dal colonnello Juan Antonio Ugarteche, scalò la collina che era facilmente accessibile, quindi scese e attese tra essa e il Pan de Azúcar per riunirsi con il resto dell'esercito restauratore. Da par suo, Santa Cruz inviò il battaglione Ayacucho, che scalò il Punyán e che lì vi sostenne le posizioni; in seguito vennero poi inviate altre tre compagnie al comando del colonnello Eusebio Guilarte Vera. In questo modo Santa Cruz avrebbe avuto il controllo delle alture di questa collina e di Punyán. Allora Bulnes ordinò ai battaglioni Portales, Valdivia e Huaylas di occupare Cerro Punyán e di affrontare le truppe confederate presenti. Le compagnie confederate del colonnello Guilarte abbandonano lo scontro a destra, ritirandosi senza sparare un colpo. Anche il battaglione Ayacucho è costretto a ritirarsi dall'azione dei restauratori che alla fine prendono il Punyán.
Alle 9 del mattino Bulnes inviò una colonna di 400 uomini al comando di Jerónimo Valenzuela delle compagnie Carampangue, Santiago, Valparaíso insieme alla sesta dei Cazadores del Perú, ad occupare il Pan de Azucar; entro poco vennero raggiunti dal colonnello Juan Antonio Ugarteche. Le truppe confederate di Quiroz fanno fuoco pesante e fecero rotolare pesanti massi in discesa verso il nemico. Il comandante Valenzuela, e poi il maggiore Andrés Olivares, che gli era succeduto al comando, caddero morti tra le file restauratrici, ma le compagnie continuarono comunque la loro ascesa, guidate dai propri capitani.
Per sostenere le truppe confederate sulla collina di Pan de Azúcar, quindi, Santa Cruz inviò il battaglione Loa diviso in due compagnie, una al comando del colonnello Feliciano Deheza e l'altra del colonnello Manuel Isidoro Belzu, futuro presidente della Bolivia. Il Loa attraversò il canyon del fiume Áncashdove però si trovò a dover affrontare altre truppe restauratrici inviate da Bulnes. Entro le 10, la compagnia del battaglione Carampangue non ha più un capo che abbia un grado superiore a quello di una sergente, di nome Candelaria Pérez. Altre compagnie, sempre per le perdite, sono ridotte a metà, e riescono finalmente a raggiungere la vetta dopo uno scontro alla baionetta, dove vennero uccisi 500 confederati compreso il loro capo, il generale Anselmo Quiroz. A questo punto, per avere una visione migliore del campo di battaglia, Bulnes si avvicina alla fattoria di Punyán, che occupa senza resistenza. Da lì osserva gli eventi della battaglia.
Santa Cruz inviò il reggimento Loa a sostenere la guarnigione Quiroz sulla collina di Pan de Azúcar. Il reggimento Loa attraversa la gola del fiume Áncash lungo un sentiero attaccato al suo lato destro sulle pendici della collina di Áncash; ma vista quesa mossa Bulnes inviò il battaglione Colchagua de Urriola contro il Loa, il quale, nascosto sotto l'alta vegetazione, li lascia avvicinare fino a quando gli viene scaricata contro una raffica che mette a terra a un terzo del reggimento boliviano. Ma il reggimento Loa carica alla baionetta contro il battaglione Colchagua, respingendolo. Bulnes decide quindi di inviare il battaglione Portales a sostenere il generale Juan Bautista Eléspuru a Colchagua. Egli guidava personalmente questo corpo, ma cadde ferito a morte durante lo scontro che spinse il reggimento Loa indietro lungo lo stesso percorso che attraversava la gola del fiume Ancash. I soldati di Portales però, furono determinati ad inseguire i Confederati oltrepassando il burrone e raggiungendo le loro difese; ma a questo punto dovettero rientrare a causa della superiorità numerica nelle difese confederate di Herrera.
Bulnes mandò il battaglione Colchagua ad attaccare nuovamente la destra, sostenuto dal battaglione Valdivia, seguendo un sentiero lungo la collina di Ancash e attraverso il centro manda il battaglione Portales, con i Cazadores del Perú e la metà del battaglione Huaylas. Nel frattempo il ponte sul fiume Ancash era stato distrutto, quindi questi battaglioni dovettero scendere nuovamente nella gola dell'Ancash per attraversare il fiume e affrontare i Confederati. Dopo di quest'ordine, il Carampangue, il battaglione Santiago e l'altra metà delle compagnie Huaylas furono inviate ad attaccare la sinistra confederata.
I confederati nel frattempo rimanevano dietro le trincee di pietra e fango: a destra, le divisioni Herrera con i battaglioni Peña, Sierra e Bermúdez e le divisioni Trinidad Moran; a sinistra i battaglioni Pichincha, Arequipa e i Cazadores del Perù erano al Centro. Dietro c'erano la cavalleria confederata e le compagnie di Lanceros e della scorta di Santa Cruz. La battaglia si allargò a tutto il fronte, i restauratori in campo aperto e i confederati dietro le loro trincee. Dietro il fiume Áncash c'era l' artiglieria del colonnello Maturana dell'esercito restauratore. L'artiglieria confederata fu attaccata dal centro della sua linea sotto il comando del colonnello Pareja.
Alle 14:30, il generale Pedro Bermúdez inviò il reggimento costituente a saltare le loro trincee, e caricare con la baionetta, sul battaglione Portales, che iniziò a ritirarsi, spezzando l'intera linea restauratrice con il suo esempio, ricevendo anche il carica dei Confederati dalle trincee. Così dando ormai per scontata la sconfitta dei restauratori, la cavalleria del generale Pérez de Urdininea, uscì dalle trincee e si mise ad inseguire i battaglioni in ritirata così come la fanteria confederata lasciò i propri parapetti per finire il nemico in campo aperto.
Ora, prima della carica di Santa Cruz, bisogna ricordare che, esistono due versioni differenti, una peruviana e l'altra cilena:
- La storiografia cilena indica che prima della carica di Santa Cruz e della ritirata dei restauratori, Bulnes prese il comando del battaglione Valparaíso, attraversò la gola del fiume Ancash, per sostenere i Portales. Allo stesso tempo, il Santiago e metà dell'Huaylas attraversano il burrone di Ancash per sostenere il ritiro di Carampangue. L'azione di Bulnes permise ai Portales e al Carampangue di riorganizzarsi e di tornare attivi in battaglia. Alcuni battaglioni confederati che avevano lasciato le loro trincee furono quindi costretti a tornare alle proprie difese. A questo punto la cavalleria restauratrice attraversò anch'essa l'Ancash e affrontò la poco organizzata cavalleria confederata di Pérez de Urdininea. Anche il colonnello Fernando Baquedano si lancò nella carica, e combattè proprio le linee di fanteria confederata e i lancieri boliviani e perfino la scorta di Santa Cruz. I Confederati inviarono in quel settore il colonnello García Pizarro con gli squadroni di Corazzieri e Carabinieri che riuscirono a far ritirare Baquedano dopo che questi era stato ferito. Ma solo temporaneamente; Baquedano infatti, con una nuova carica di cinque squadroni di cavalleria, pose in ritirata i Confederati e si riunì alla sua fanteria. In una terza carica di massa, la cavalleria restauratrice, riuscì a rompere la linea di difesa di Santa Cruz.
- La storiografia peruviana indica che prima della carica di Santa Cruz e del ritiro dei restauratori, Castilla ordina ai battaglioni Santiago sotto Sessé e metà Huaylas sotto Vivero di tornare in battaglia, chiedendo a Gamarra di mantenere la sua posizione insieme a queste truppe e alla squadra dei Lancieri. Castilla informa Bulnes delle sue azioni. Poi egli stesso incontra il generale Eléspuru e il colonnello Frisancho in modo che con le loro truppe unite alla squadra dei Carabineros possano andare ad affrontare i Confederati ed evitare la propria rotta generale. Con questo, Castilla alla testa del Santiago e dei Lanceros attraversa la foce del fiume Ancash e respinge la carica confederata.
In ogni caso confederati e restauratori si trovarono nuovamente ad affrontarsi nuovamente tra il burrone del fiume Ancash e le trincee difese dalle truppe di Santa Cruz. Nelle loro trincee, i Confederati cercarono di resistere, ma vennero dispersi con una carica alla baionetta dei restauratori. In quell'impatto rimasero uccisi 2 generali e 1.400 uomini dei boliviani; 3 generali, 9 colonnelli, 155 ufficiali e 1.600 soldati prigionieri, 7 bandiere, tutta l'artiglieria, 2.500 fucili, tutto le salmerie ed il bagaglio e persino la corrispondenza privata di Santa Cruz. Il diario militare del colonnello Antonio Plascencia descrive che, una lega da Yungay a Mancosh, 277 confederati furono trovati morti colpiti, mentre si ritiravano, dalla cavalleria restauratrice. Bulnes contò tra i suoi 1.300 morti, e proprio su quel campo di battaglia, il presidente del Perù Agustín Gamarra ha conferito a Manuel Bulnes il titolo di Gran Maresciallo di Ancash e a José María de la Cruz il grado di Maggiore Generale del Perù.

Le conseguenze

Santa Cruz, accompagnato dai generali Riva Aguero, Blas Cerdeña e Guillermo Miller, arrivò a Lima dopo quattro giorni. Diffidando della sua sicurezza personale in quella città, Santa Cruz si mosse verso Arequipa, dove affrontò una rivolta popolare. Rifugiatosi nel consolato inglese di Islay, una nave da guerra britannica sbarcò 50 uomini per condurlo a bordo ed impedire che cadesse nelle mani dei suoi avversari. La battaglia di Yungay portò alla fine della Confederazione Peruviano-Boliviana e alla cessazione dell'influenza di Andrés de Santa Cruz in Bolivia, nonostante ci siano state ben 6 rivolte in suo nome in Bolivia dopo la battaglia. A tutt'oggi, la vittoria in questa battaglia è ricordata dall'esercito cileno con l'Inno di Yungay, e in Perù con la creazione del Dipartimento di Ancash, l'area in cui la battaglia di Yungay ha avuto luogo, e che ha sostituito il vecchio Dipartimento di Huaylas.