Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Stallupönen

17 agosto 1914

Gli avversari

Hermann von François (Lussemburgo, 31 gennaio 1856 - 15 maggio 1933)

Personalità brillante ed eccentrica, fortemente indipendente all'interno dell'Esercito imperiale tedesco, all'inizio della prima guerra mondiale ebbe un ruolo decisivo, alla guida di un corpo d'armata prussiano, nella battaglia di Tannenberg, durante la quale egli agì spesso in contrasto con gli ordini del comando superiore. Dopo la grande vittoria continuò a distinguersi in azione sul fronte orientale e sul fronte occidentale ma, inviso all'Alto comando tedesco, non raggiunse incarichi superiori di comando per il resto della guerra. Nato da nobile famiglia di origine ugonotta (da cui il cognome francese), von François fu avviato alla vita militare in giovane età. Suo padre Bruno era un generale e comandante prussiano della 27ª Brigata di fanteria (27. Preußische Infanterie-Brigade), ucciso in azione durante la battaglia di Spicheren il 6 agosto 1870, pochi giorni prima della battaglia di Sedan. Von François, arruolato come cadetto, fu inviato nel 1875 a Potsdam come Leutnant (tenente) del 1º Reggimento della Guardia a piedi (1.Garde-Regiment zu Fuß). Dal 1884 al 1887, frequentò l'Accademia militare di Berlino, e nel 1889 fu promosso ad Hauptmann (capitano) ed assegnato al Comando Supremo.

Nei primi anni novanta von François fu distaccato come ufficiale di Stato Maggiore al XV Corpo d'armata di base a Strasburgo. Dopo una breve parentesi come comandante di compagnia nel 151º Reggimento di fanteria della 31ª Divisione, ritornò al Comando Supremo. Nel 1894 fu promosso maggiore e trasferito all'8ª Divisione a Mannheim. Nel 1899 divenne capo di Stato Maggiore del IV Corpo d'armata, agli ordini del Generaloberst Paul von Hindenburg e di stanza a Magdeburgo. Nel 1901 la madre di von François, Marie, trasferì la famiglia in Namibia (allora Africa Tedesca del Sud-Ovest) per seguire il figlio più giovane Hugo, capitano dell'esercito coloniale. L'altro fratello, Curt, fu un noto scienziato e ricercatore che in Africa condusse i suoi studi. Nel 1908 von François fu promosso a Generalmajor (maggior generale) e messo al comando della Brigata dell'Assia (Hessischen-Brigade) di Darmstadt. Fu promosso a Generalleutnant (tenente generale) nel 1911 e tenne il comando della 13ª Divisione per un breve periodo prima della promozione a General der Infanterie e l'assegnazione al comando del I Corpo d'armata dell'8ª Armata di base a Königsberg. Von François all'inizio della guerra era di stanza nella provincia della Prussia Orientale. Compito dell'8ª Armata era difendere le regioni orientali dall'attacco russo diretto sull'importante città di Königsberg, per un tempo sufficiente a consentire l'arrivo delle truppe di rinforzo provenienti dall'occidente, in accordo col Piano Schlieffen. Quando la guerra scoppiò nell'agosto 1914, le truppe di von François fronteggiarono l'ala destra del corpo d'invasione russo, alla cui testa procedeva la 1ª Armata comandata da Paul von Rennenkampf. Il 17 agosto il comandante tedesco del teatro di operazioni, generale Maximilian von Prittwitz, vedendo con nervosismo l'avanzata dell'ala sinistra russa nel lontano sud, ordinò la ritirata a von François, mentre questi si trovava sotto un pesante attacco di Rennenkampf. Von François, riluttante a cedere ogni metro dell'amata terra di Prussia, e combattivo per natura, reputava inoltre molto pericoloso ogni tentativo di sganciamento in quella situazione, perciò ignorò gli ordini, e rispose con la famosa frase «Il generale von François si ritirerà quando avrà sconfitto i russi!». Lanciò il contrattacco, dando il via alla battaglia di Stallupönen, ed ottenne una sorprendente vittoria infliggendo al nemico 5.000 tra morti e feriti e prendendo 3.000 prigionieri.

Dopo la vittoria, von François obbedì agli ordini di Prittwitz e si ritirò di 25 chilometri verso ovest, dove tre giorni dopo costrinse Rennenkampf alla ritirata nella battaglia di Gumbinnen. La tattica aggressiva di von François fermò l'avanzata verso occidente del cauto Rennenkampf. In seguito a quest'ultima battaglia e ad un avvicendamento nei quadri di comando (il Comando Supremo ritenne che Prittwitz aveva perso il controllo della situazione e dei nervi), il corpo d'armata di von François fu trasferito per ferrovia verso sudovest, per opporsi alla 2ª Armata russa in avanzata nel meridione al comando del generale Aleksandr Samsonov. Sebbene non godesse del favore dei suoi nuovi comandanti, Paul von Hindenburg ed Erich Ludendorff, a causa della sua precedente disobbedienza, von François ebbe un ruolo importante nella battaglia di Tannenberg. Il 27 agosto attaccò gli elementi di testa dell'armata di Samsonov ed iniziò una decisa avanzata alle sue spalle. Ludendorff, temendo un contrattacco di Rennenkampf, gli ordinò di interrompere l'avanzata, tuttavia von François ignorò per due volte gli ordini e fu determinante nel successivo accerchiamento e distruzione dell'armata di Samsonov. Quando Hindenburg e Ludendorff mossero a sud per condurre la 9ª Armata nella Polonia russa, von François rimase col suo corpo d'armata nella Prussia Orientale e lo condusse ad ulteriori successi. Quando il generale von Schubert, nuovo comandante dell'8ª Armata, gli ordinò la ritirata, von François inviò un telegramma al Comando Supremo descrivendo i propri successi ed affermando che «Il Comandante viene malamente consigliato». Il telegramma colpì talmente il Kaiser che tolse immediatamente il comando a Schubert e, il 3 ottobre, assegnò a von François il comando dell'8ª Armata. Ma von François non lo tenne a lungo. Quando Hindenburg e Ludendorff prepararono il loro contrattacco da Thorn in direzione di Lódz, von François era riluttante ad inviare, come richiesto, il I Corpo d'armata, inviò anzi il XXV Corpo d'armata della Riserva, poco addestrato e male equipaggiato. Ciò fu troppo per i suoi superiori. Ad inizio novembre 1914 von François fu rimosso e rimpiazzato dal generale Otto von Below. Dopo un periodo senza incarichi, von François ricevette il comando del XLI Corpo d'armata della Riserva, che tenne per il resto della guerra, continuando a distinguersi. Ricevette la Pour le Mérite, la più alta decorazione militare tedesca, nel maggio 1915 per il suo ruolo nello sfondamento di Gorlice, e su di essa le Foglie di Quercia nel luglio 1917 per la sua brillante prestazione durante la battaglia di Verdun. Dopo la fine della guerra si ritirò a vita privata e scrisse numerosi libri di storia militare, fra cui, nel 1920, Marneschlacht und Tannenberg, vendutissimo in Germania.


Rennenkampf, Pavel Karlovic (Estonia, 17 aprile 1854 - Taganrog, maggio 1918)

Ufficiale di cavalleria, frequentò la scuola di guerra. Nelle operazioni in Manciuria del 1900-1901 e nella guerra russo-giapponese (1904-1905) si acquistò fama di straordinaria risolutezza e audacia. Discusso per la sua vita privata, fu tuttavia nominato, poco prima della guerra, comandante in capo della circoscrizione militare di Vilna. Nell'agosto 1914 ebbe il comando della 1ª armata, destinata a invadere da est la Prussia Orientale, mentre la 2ª armata avrebbe puntato da sud. La superiorità della preparazione e soprattutto del comando tedesco fece sì che la sorte delle armi fu in definitiva contraria al Rennenkampf al quale toccò di agire contro Hindenburg. L'insuccesso fece nascere il pettegolezzo della lontana origine tedesca e quello, infondato, ma accreditato dal generale francese Buat capo dello Stato maggiore francese, nei suoi studî su Ludendorff e Hindenburg, del tradimento; ben triste ricompensa al generale che fu sempre pronto ad agire offensivamente contro i Tedeschi per alleviare la fronte francese. Vincitore a Gumbinnen (20 agosto 1914) fu decisamente battuto ai Laghi Masuri (settembre 1914). Durante l'offensiva tedesca su Lódz (novembre 1914) il Rennenkampf riuscì a circondare l'ala sinistra tedesca (tre divisioni), ma non avendo i Russi stretto il cerchio, gli avversari riuscirono a spezzarlo (24 novembre 1914). Il Rennenkampf fu per questo esonerato dal comando.
Fu processato e fucilato dai bolscevichi a Taganrog nel maggio 1918.

I piani russi per la guerra: piano G, e piano 19 (o Piano A)

Anche lo Stato Maggiore Russo, come quello delle altre nazioni che sentivano avvicinarsi lo scontro su vasta scala, mise insieme due piani operativi per l'imminente guerra, molto diversi fra loro. La prima opzione, conosciuta come Piano G, partiva dal presupposto che la Germania avrebbe lanciato un'offensiva su vasta scala contro la Russia; l'opposto di ciò che realmente accadde. Ed insolitamente, il Piano G prevedeva non tanto una fortificazione dei confini con la Germania stessa, ma invece una serie di azioni di contenimento dell'avanzata tedesca nei confini russi, con la conseguente perdita di territorio e di grandi perdite, in attesa del completamento della mobilitazione generale dello stesso esercito russo. In breve, gli alti ufficiali dell'esercito russo presumevano che il paese potesse facilmente sostenere e superare una serie di sconfitte, almeno all'inizio della guerra, soprattutto in considerazione delle enormi risorse umane a disposizione dello Zar. Una volta mobilitate queste forze, lo Stato Maggiore credeva che l'esercito russo avrebbe inevitabilmente ricacciato le forze tedesche all'interno dei propri confini; d'altro canto, Napoleone non era riuscito ad avere la meglio sulla vastità della Russia, quindi, si ipotizzava che alla Germania sarebbe toccato lo stesso fallimento.

L'altro piano operativo, il Piano 19 - noto anche come Piano A - risultava apparentemente meno drastico in termini di perdite umane. La pressione degli alleati francesi sugli ufficiali dello Zar indirizzarono questi ultimi ad elaborare una strategia più offensiva di quella prevista dal Piano G; ed in effetti il Piano 19, ideato nel 1910 dal generale Danilov e sostanzialmente modificato nel 1912, ipotizzava, correttamente che la Germania avrebbe aperto la guerra con un attacco in forze contro la Francia piuttosto che contro la Russia. In questo caso, due armate russe avrebbero dovuto avanzare in Prussia orientale e Slesia con lo scopo di mettere in difficoltà non solo la Germania, ma anche l'alleato austriaco (da cui la A della nomenclatura Piano A riporta più semplicemente alla connessione con l'Austria appunto); la Russia, così, avrebbe non solo messo in difficoltà il nemico tedesco, ma sarebbe stata in grado di usufruire di una linea fortificata di difesa molto avanzata contro le eventuali forze d'invasione dei due imperi centrali. Allo scoppio del conflitto la scelta dello Stato Maggiore russo cadrà proprio sul Piano 19, e l'avanzata russa in Prussia Orientale diventò operativa in pochi giorni, con l'amaro risultato, dal punto di vista dello Zar, che l'esercito russo subì una serie di battute d'arresto minori nella prima e seconda battaglia dei laghi Masuri, oltre alla vera disfatta subita a Tannenberg.

La genesi

La zona dei Laghi Masuri costituì all'inizio della guerra mondiale un ostacolo separatore fra le due armate russe di P. Rennenkampf (1ª armata) e A. Samsonov (2ª armata), le quali sotto il comando del generale Zilinskij, comandante della fronte nord-ovest, erano destinate a invadere la Prussia Orientale. Tale ostacolo aveva una fronte di un'ottantina di chilometri in linea d'aria da Nordenburg a Johannisburg e, verso il centro, era rafforzato dalla piccola fortezza di Lötzen. Ciò indusse i Russi a invadere la Prussia Orientale con le due masse separate, la 1ª armata a nord, la 2ª a ovest dei laghi. La prima Armata di Rennenkampf, forte probabilmente di di 200.000 uomini, si trovava ad essere affrontata inizialmente da meno di 14.000 tedeschi, comandati dal generale tedesco Maximilian von Prittwitz. Per bloccare l'invasione von Prittwitz affidò 12.000 uomini al generale Hermann von François, che marciò su Stallupönen; i tedeschi raggrupparono tutte le unità disponibili e portarono il totale dell'armata di von François a 40.000 uomini.

La battaglia

Le forze di Rennenkampf marciarono in Prussia orientale il 17 agosto del 1914, in seguito alle informazioni che erano pervenute da alcune ricognizioni della cavalleria condotte cinque giorni prima, lo stesso giorno in cui il generale tedesco Hermann von Francois, comandante del I Corpo, si ricongiunse con l'Ottava Armata del generale von Prittwitz. Preparati nell'attesa del nemico, l'aggressivo Francois decise di prendere l'iniziativa andando ad attaccare frontalmente il nemico, e riuscì a respingere i russi verso quella che era la frontiera, catturando ben 3.000 prigionieri e portando a 5.000 circa le vittime russe dello scontro, mentre nelle file tedesche si contarono perdite poco superiori al migliaio. Prittwitz, che non aveva alcuna conoscenza preliminare dell'attacco non autorizzato di Francois, riteneva che la sua strategia potesse essere estremamente pericolosa, e temeva che le forze di Francois potessero plausibilmente essere circondate dalle forze numericamente superiori di Rennenkampf. Egli, quindi, ordino' a Francois di sospendere la sua offensiva prima che quest'ultimo fosse in grado di sfruttare appieno la sua inaspettata vittoria.

Le conseguenze

Come il corpo di Francois si ritirò verso Gumbinnen, così l'esercito di Rennenkampf riprese la sua lenta marcia verso occidente, in Prussia orientale. Francois, nel frattempo esortò Prittwitz per lanciare un'offensiva contro Rennenkampf il più presto possibile; e Prittwitz, incoraggiato dal successo iniziale di Francois, fu d'accordo con il collega, ed autorizzo' un attacco molto più grande sulla Prima Armata russa tre giorni dopo, il 20 agosto, nei pressi di Gumbinnen.



Bibliografia:
"La grande storia della Prima Guerra Mondiale", Martin Gilbert, Mondadori 2000
"La Grande guerra. Una storia globale", David Stevenson, Rizzoli 2004