Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Diu

3 febbraio 1509

Il comandante cattolico

Francisco de ALMEIDA

È il celebre ammiraglio, conquistatore e primo viceré delle Indie portoghesi. Apparteneva a una delle maggiori famiglie del Portogallo, quella dei conti di Abrantes; e da giovane (era nato a Lisbona circa il 1450) si era distinto, combattendo contro i Mori, sotto Ferdinando d'Aragona, e partecipando alla conquista di Granata. Sopravvenuta una grave malattia agli occhi a Tristano da Cunha, che re Emanuele I aveva nominato governatore delle Indie, l'Almeida, chiamato a sostituirlo, partì da Lisbona il 25 marzo 1505 con una poderosa flotta di ventidue navi e quindicimila uomini. Il 22 luglio, giungeva a Quiloa (Kilwa), e se ne impadroniva. Maggiore resistenza trovava nei Mori di Mombasa; ma anche di questa città riusciva a farsi padrone. La distrusse, e usò i vasti tesori che vi erano custoditi a condurre le successive spedizioni, nulla prendendo per sé. Ad Angediva (isola presso Goa), a Cananor e altrove costruì forti, e assicurò altri mezzi di difesa per i Portoghesi. Stabilita la propria residenza a Cochin, assunse, senza l'autorizzazione regia, il titolo di viceré. Strinse quindi un trattato commerciale con Malacca, e poté inviare a re Emanuele otto navi cariche di cannella e di altre spezie preziose. È questa la flottiglia, che, al comando di Fernando Soares, il 1 febbraio 1506 scopriva la costa orientale del Madagascar. Mentre l'Almeida si disponeva a una spedizione punitiva contro gli Egiziani, che nella battaglia navale di Dabul (1508) gli avevano ucciso il figlio Lorenzo (scopritore, con il Soares, dell'isola di Ceylon), giunse a Cochin, incaricato dal re di sostituirlo, Alfonso di Albuquerque. Almeida non volle rispettare l'ordine reale, e tenne prigioniero l'Albuquerque a Cananor, per poter eseguire il suo progetto di battere le flotte congiunte degli Egiziani e degli Arabi. E la punizione inflitta a costoro fu terribile: Francesco de Almeida corse, saccheggiandoli, parecchi porti, fra cui Goa e Dabul, e infine (febbraio 1509) distrusse completamente innanzi al porto di Diù la flotta nemica, nella quale combattevano numerosi slavi e veneti. Tornato a Cochin, liberò l'Alburquerque, e nel dicembre 1509 prese la via del ritorno: ma nel marzo 1510, disceso nella Baia Saldanha (ora baia della Tavola), al Capo di Buona Speranza, per farvi provvista di bestiame e acqua, fu trucidato dagli Ottentotti, con 65 suoi soldati.

La genesi

Quando i portoghesi scoprirono la rotta marittima verso l'India, stabilirono basi nell'Oceano Indiano come a Mombasa, Muscat, Hormuz e altri. La nuova rotta commerciale aveva il vantaggio di aggirare la vecchia rotta delle spezie che era monopolizzata da Venezia e dagli arabi, inoltre anche il sultano mamelucco d'Egitto, al-Ghuri, e il sultano del Gujarat, Mahmud Begada, temevano per i loro profitti dal commercio su quelle rotte. Come risposta quindi, Al-Ghuri costruì una flotta nel Mar Rosso con l'aiuto dei sovrani sudarabici, sostenuto anche da Venezia e Ragusa (Dubrovnik), anch'esse fortemente preoccupate per i propri affari. Per consolidare la propria forza, Al-Ghuri si alleò con il Sultano del Gujarat e questo a sua volta con lo Zamorin Raja di Calicut. Anche il sultano ottomano Bayezid II fu coinvolto militarmente. La flotta era composta in parte anche da tipi di navi europee ed era equipaggiata perfino con alcuni elementi di artiglieria pesante. Nel 1505 il primo governatore e viceré portoghese, Francisco de Almeida, arrivò dal Portogallo nell'Oceano Indiano con 21 navi. La nuova flotta mamelucca navigò dall'Egitto partendo da Jeddah nel 1507 sotto il comando di Amir Husain Al-Kurdi, e nel 1508 aveva già raggiunto il porto di Diu passando praticamente inosservata. Lo squadrone con funzione "di blocco" inviato dai portoghesi sotto Afonso de Albuquerque, che avrebbe dovuto isolare il Mar Rosso, perse tempo per catturare Hormuz e mancò l'appuntamento con la flotta egiziana. Con il supporto della flotta del Gujarat, la flotta musulmana unita riuscì a sconfiggere una flotta portoghese nella battaglia navale di Chaul, ma più di tutto, beneficiò dell'elemento sorpresa. I portoghesi infatti avevano sentito voci di una grande flotta in arrivo dall'Egitto, ma la consideravano non plausibile o consideravano le voci esagerate e non da prendere sul serio. Quando gli egiziani iniziarono finalmente l'attacco al porto di Chaul, i portoghesi pensarono che le navi fossero lo squadrone tanto atteso del de Albuquerque, perché non potevano credere che gli egiziani avessero a disposizione navi europee. Fino ad allora, avevano incontrato solo le dhow, ossia galere leggere e altre piccole navi nell'Oceano Indiano che in precedenza non avevano mai rappresentato alcuna minaccia. Durante i tre giorni di battaglia a Chaul, i portoghesi persero la loro nave ammiraglia, la São Miguel, persero anche il figlio del viceré e comandante di squadriglia Lorenzo de Almeida. Tutto ciò inflisse un duro colpo alla posizione portoghese in India e distrusse il loro alone di invincibilità militare in mare. Era quindi estremamente importante per il viceré portoghese, per motivi personali e politici, rimediare alla sconfitta di Chaul. A quel tempo infatti, i portoghesi erano stati sulle coste del Malabarha facendosi molti nemici, ma fino a quel momento le popolazioni locali si erano rassegnate al loro destino, poiché i portoghesi eseguivano blocchi costieri o saccheggiavano le città quando resistevano e enssuno riusciva a contenereli militarmente. Ma con la sconfitta di Chaul quest'invincibilità andò svanendo, e molti dei popoli indigeni si ribellarono contro il crescente predominio portoghese e speravano nel sostegno della flotta egiziana.

Le forze in campo

Sul versante portoghese, 18 navi (12 grandi e 6 piccole) - secondo altre fonti un totale di 23 navi - furono coinvolte sotto il comando di Francisco de Almeida. A bordo di questi vascelli c'erano 1500 soldati portoghesi e 400 soldati di Cochin. Alla battaglia ha preso parte anche il navigatore João da Nova. I musulmani schierarono 10 grandi navi e fino a 100 navi più piccole (come dhow , galere, ecc.) Da Diu e Calicut salparono con un equipaggio di circa 4.000-5.000. Tuttavia, la vittoria di Chaul si è rivelata una vittoria di Pirro per i componenti degli equipaggi di Hussain, il quale aveva perso la maggior parte dei suoi soldati provenienti dall'Egitto in quella prima battaglia navale contro i portoghesi. Questa perdita si rivelò fatale per la battaglia di Diu, visto che i soldati egiziani, che provenivano dalla regione mediterranea, erano gli unici di quegli equipaggi che sapevano sia come maneggiare la propria artiglieria sia come sopportare le bordate europee. La flotta mamelucca non fece in tempo a recuperare queste perdite qualificate.

La battaglia

Quando la flotta mamelucca incontrò i portoghesi, evitò di passare nei pressi del porto di Diu, su un'isola a sud della costa dello stato indiano del Gujarat, e attesero l'attacco, ancorati sotto la protezione dell'artiglieria della fortezza portuale. I portoghesi spararono al nemico con artiglieria superiore, ed in seguito intervenne anche la loro fanteria marina con armamenti superiori. Le navi portoghesi erano più robuste, idonee alla navigazione e per lo più più grandi delle navi avversarie. Anche se le galee e i dhow più piccoli si fossero avvicinati abbastanza alle navi portoghesi, sarebbero stati troppo più schiacciate sul livello dell'acqua rispetto a quelle nemiche e i loro soldati non avrebbero potuto dare l'abbordaggio alle navi portoghesi. Infine portoghesi beneficiarono anche di alcune dispute in campo musulmano. Il governatore di Diu Malik Ayaz conosceva la potenza militare portoghese e voleva mantenersi equidistante, se possibile, tra le due parti in guerra. In qualità di governatore di una città musulmana, non poteva allearsi apertamente con i portoghesi cristiani, ma allo stesso tempo non voleva fare la guerra contro quelli che erano suoi alleati naturali, ed eccitare la loro rabbia. Per questo nella battaglia di Chaul attaccò i portoghesi solo alla fine dello scontro e per questo limitò al minimo gli aiuti agli egiziani nella battaglia di Diu. La battaglia così non ebbe altra via se non la schiacciate vittoria portoghese quale frutto di un tiro incontrastato da distanze neanche troppo lunghe.

Le conseguenze

I prigionieri mamelucchi furono assassinati in modo particolarmente crudele secondo i loro contemporanei; Almeida infatti voleva vendicare la morte di suo figlio. Lo stesso Almeida ricevette il pagamento di 300.000 xerafim d'oro. Malik Ayaz si sottomise al re del Portogallo come vassallo. Lo stesso porto di Diu rimase ufficialmente parte del Gujarat per alcuni anni. Prima della battaglia, il 6 dicembre 1508, il nuovo governatore Afonso de Albuquerque raggiunse l'India, ma Almeida rifiutò di rassegnare il suo incarico fino al marzo 1509. La vittoria di Diu ha inaugurò la supremazia e il monopolio dei portoghesi nell'Oceano Indiano per quasi 100 anni. Le nuove rotte commerciali verso l'Europa acquisirono grande importanza, i prodotti asiatici (non solo le spezie) arrivarono in Europa con l'eliminazione degli intermediari e iniziò l'ascesa di nuove città commerciali come Lisbona e Anversa. Infine, geostrategicamente, l'Egitto mamelucco fu eliminato come grande potenza e poté mantenere la sua indipendenza solo fino alla sconfitta ad Aleppo e al Cairo nel 1517, quando iniziò il dominio ottomano in Egitto. La supremazia portoghese nell'Oceano Indiano durò fino all'ascesa della Compagnia inglese delle Indie Orientali all'inizio del XVII secolo con la battaglia navale di Suvali nel 1612.