Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Bolimow

31 gennaio - 5 febbraio 1915

Gli avversari

August von Mackensen

Maresciallo tedesco, nato a Hausleipnitz (Wittenberg) il 6 dicembre 1849. Sottotenente di complemento degli usseri della morte nel 1870-71, nel 1873 diventò ufficiale in servizio attivo. Nel 1880 passò nel corpo di Stato Maggiore, benché non avesse frequentato l'accademia di guerra. Fu maestro di Guglielmo II. Nel 1891 divenne aiutante del maresciallo Schlieffen, capo di Stato Maggiore dell'esercito; nel 1903 comandante di divisione a Danzica e nel 1908 comandante del XVII corpo di armata della stessa città. A Gumbinnen (20 agosto 1914) le sue truppe, perduto un terzo circa della fanteria, si ritirarono in disordine, ma nella battaglia di Tannenberg (26-30 agosto) il XVII corpo d'armata riuscì a chiudere l'anello intorno all'armata del Samsonov. Nel novembre 1914 guidò la 9ª armata nelle operazioni intorno a Lódz. L'impresa che rese celebre il nome di Mackensen fu lo sfondamento di Gorlice (iniziatosi il 2 maggio 1915) da lui effettuato con l'11ª armata. Il 22 giugno 1915 fu promosso feldmaresciallo. Il 6 luglio oltre al comando dell'11ª armata ebbe quello di un gruppo di armate col quale portò a termine la conquista della Polonia meridionale. Il 18 settembre 1915 ebbe il comando del gruppo di armate che occupò l'intera Serbia. Ebbe poi (28 agosto 1916) il comando del gruppo di armate che operava in Romania. Nel 1918 fu incaricato delle trattative di pace con la Romania e dopo la firma di essa (7 maggio 1918) gli fu affidata l'amministrazione della Valacchia e il comando dell'esercito d'occupazione. Il crollo dell'Austria isolò Mackensen e le sue truppe dalla Germania. Mackensen fu inviato prigioniero a Salonicco e liberato solo nel novembre 1919. Ha scritto Schwarze Husaren (Berlino 1892). Morto a Celle (Hannover) l'8 novembre 1945.


Vasilij Iosifovich Gurko (20 maggio 1864, Carskoe Selo - 11 febbraio 1937)

Vasilij Gurko fu il figlio di Iosif Gurko e fratello di Vladimir Gurko. Ha servito come attaché militare nella Repubblica del Transvaal cavalcando con l'esercito Boero nella Seconda guerra boera, mentre nel 1901 si ritrovo', come addetto militare, a Berlino. Durante la Guerra Russo-Giapponese del 1904-1906, inizialmente tenne un incarico presso l'ufficio dell'aiutante di campo dell'esercito mancese, ma successivamente comandò una brigata cosacca. Dopo la fine della guerra, dal 1906-1911, ha servito come presidente di una Commissione formata per indagare le ragioni del fallimento delle forze russe in quel conflitto. Nel 1911, Gurko fu nominato al comando della 1a divisione di cavalleria sotto Paul von Rennenkampf. Con lo scoppio della prima guerra mondiale, ha condotto la stessa nella Prussia orientale e nella Battaglia di Lodz nel novembre 1914 prima di ricevere la nomina a capo dello Staff di Mikhail Alexeev. Gli fu assegnato il comando del sesto Corpo d'Armata, associata alla Seconda armata, dal 1915 al 1916. Gurko ha guidato il contrattacco russo nel gennaio 1915 nella Battaglia di Bolimov.

Successivamente, nell'agosto 1916, Gurko comandò la 5a Armata sul Fronte sud-ovest. Nell'ottobre 1916, ha sostituito Alexeev come capo del personale, e dal marzo 1917 divenne comandante del Fronte occidentale. Tuttavia, venne sollevato dal comando solo due mesi più tardi dal Governo provvisorio russo; la sua colpa fu di aver espresso un aperto sostegno alla monarchia. Fu imprigionato nella fortezza di Pietro e Paolo per due mesi e poi venne esiliato nel settembre 1917 nel Regno Unito. Più tardi si stabilì in Italia. Si rifiuto' di comandare il movimento delle forze bianche nel nord della Russia nel 1919. Dopo la sua morte nel 1937, fu sepolto al cimitero protestante, Roma.

La genesi

All'inizio del 1915, l'esercito tedesco stava preparandosi per invadere la Prussia orientale, spostando in tale zona le armate impegnate sul fronte orientale. In questa manovra, il ruolo della 9ª Armata, comandata dal generale August von Mackensen, era quello di coprire il fianco destro del fronte, seguendo i movimenti verso nord delle altre forze. Per nascondere ai nemici questa manovra, Mackensen usò una parte dell'armata per scagliare un attacco diversivo nei pressi di Varsavia, e precisamente nella località di Bolimów, situata sulla ferrovia fra Varsavia e Lódz. La storiografia militare, indugia spesso su questa battaglia perché, a Bolimov vennero impiegati, per la prima volta nel conflitto, i gas: l'arma più temuta e, in definitiva, meno affidabile della prima guerra mondiale. Per la prima volta furono impiegate tecniche di guerra chimica: le munizioni, dal nome in codice di T-Stoff, contenevano infatti del bromuro di xilile, un gas lacrimogeno, che al momento dell'impatto avrebbe dovuto essere vaporizzato dall'esplosione di una carica di TNT contenuta nel proiettile.

La battaglia

Come si è detto, i tedeschi puntavano all'occupazione di Varsavia e la 9ª armata di Von Mackensen si trovava di fronte la 2ª armata russa, comandata dal generale Smirnov. Lo scontro avvenne a partire dal 31 gennaio 1915, nei pressi della cittadina di Bolimov, nella pianura ad ovest della capitale polacca e fu una sorta di preliminare della ben più importante battaglia nota come seconda battaglia dei Laghi Masuri: come si è detto, prima dell'attacco, i cannoni germanici spararono parecchie migliaia di proiettili a gas contro le linee avversarie, allo scopo di rendere meno determinata la difesa dei russi, che erano quasi del tutto sprovvisti di maschere antigas. Tuttavia, a causa della bassissima temperatura, il gas contenuto nei bossoli non evaporò, e i forti venti provenienti da est respinsero indietro le sostanze tossiche, vanificandone l'effetto. Gli ufficiali tedeschi, che confidavano nell'efficacia della nuova arma, furono perciò presi di sorpresa dalla reazione russa, che respinse l'attacco infliggendo forti perdite. L'effetto del bombardamento chimico fu così debole che i russi non ritennero necessario informare dell'evento i loro alleati, anche se il New York Times menzionò un "ingrediente misterioso" contenuto nei proiettili.

In seguito a questo attacco fallito, ben 11 divisioni russe sferrarono un poderoso contrattacco, che venne quasi subito spezzato dal tiro di distruzione delle artiglierie germaniche, e la battaglia di Bolimov si rivelò l'ennesimo inutile massacro di una guerra piena di episodi analoghi, con 40.000 perdite per l'esercito zarista.

Le conseguenze

La battaglia fu un insuccesso sul piano tattico per i tedeschi, e il New York Times la definì una sconfitta per questi ultimi. Tuttavia, l'obiettivo strategico principale di Mackensen era stato raggiunto: lo scontro aveva distolto l'attenzione delle forze russe dall'offensiva in preparazione in Prussia, e contribuì perciò al successo di quest'ultima. Le rudimentali tecniche di guerra chimica sperimentate senza successo a Bolimów furono il preludio a un uso molto più esteso e letale dei gas venefici, come si sarebbe visto nella seconda battaglia di Ypres, combattuta pochi mesi dopo.



Tratto da:
"Bolimow And The First Gas Attacks", Ian V. Hogg, in Bernard Fitzsimons (a cura di), Tanks and Weapons of World War I. Phoebus Publishing Company, 1973
"Battle of Bolimov", J. Rickard, 31 January 1915, 28 agosto 2007
"The Battle of Bolimov", 1915, Michael Duffy, in First World War.com, 22 dicembre 2005.