Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Bapheus

27 luglio 1302

Il sultano

Osman I (Sogut, 1258 circa - Sogut, 1326)

Fu il capostipite della dinastia ottomana e il primo sultano dell'Impero ottomano. Alla fine del XIII secolo, in Anatolia si era creato un vuoto di potere. L'Impero bizantino, in declino, aveva perso tutti i suoi possedimenti anatolici dopo la battaglia di Manzikert del 1071. Di conseguenza, la regione era frazionata in molte tribù in lotta fra loro e con Costantinopoli, con cui il confine era estremamente suscettibile. Attorno al 1290, un certo Osman ottenne il controllo di alcune terre nel nord-ovest dell'Anatolia, poco a sud di Bursa. Era il punto di maggior frizione con il confine bizantino, che cercava di stroncare il piccolo regno turco, ma dopo aspri combattimenti si giunse alla supremazia regionale di Osman, avviato a consolidare un potente Stato. Osman si dimostrò molto capace nel consolidare la base di potere costituita dalle masse di musulmani che affluivano nel suo piccolo regno anatolico in fuga dalle invasioni mongole nelle terre orientali. Osman dichiarò l'indipendenza del suo piccolo regno dai turchi Selgiuchidi nel 1299. Nel 1317, all'ennesimo conflitto, Osman mosse le sue truppe verso tre città: Nicea, Nicomedia e Bursa. A Nicea e Nicomedia fu efficacemente respinto, ma Bursa fu posta sotto assedio. Le fortificazioni erano ottime e permisero alla città di resistere molto a lungo. Questo è pressoché tutto ciò che si sa su questo assedio, a parte alcune fonti che dicono che fu condotto in maniera discontinua. Quando nel 1326, dopo ben nove anni di assedio, la città si arrese, Osman era ormai morente, e non vi entrò mai. In seguito fu suo figlio Orhan I a proclamarla capitale del nascente Sultanato ottomano.

La genesi

L'integrità dell'impero bizantino era minacciata dai Turchi, popolo nella sua origine il più barbaro, ed il più abietto. Erano essi una porzione di quei Tartari, che occupavano una gran parte delle immense province dell'Asia. Essi erano noti in antico sotto il nome di quei Cazari, che occuparono la Mingrelia, ed il Guriel, e s'intesero mentovati per la prima volta col nome di Turchi sotto l'Impero di Tiberio, e di Maurizio. La loro prima sede fu di là dal Volga presso il mar Caspio. Dopo la metà del secolo sesto erano saliti a tal grado di potenza, che avendo sottoposte al loro dominio le altre tribù ossia orde dei Tartari, signoreggiavano la maggior parte dell'Asia, ed erano divenuti confinanti con lo impero della, Cina dall'una parte, ed all'Impero di Costantinopoli dall'altra. L'ampiezza dei loro domini gli obbligò a formare due Imperi l'uno dei Turchi Orientali, e l'altro degli Occidentali. Il primo terminò circa la metà del secolo ottavo, essendo restate tutte le provincie ,che lo formavano tributarie di quei medesimi Imperadori della Cina, che per la costoro potenza si erano veduti più volte vacillare il trono sotto i piedi. L'Impero dei Turchi Occidentali ebbe una ugual sussistenza. Dopo che sul principio del secolo settimo erano stati, con loro grave perdita attaccati per una parte dai Cinesi, e per l'altra dai Persiani, avevano ristabilita tutta la loro potenza in maniera che coi Cinesi, e coi Tibetani formavano uno dei tre vasti Imperi, che tenevano divise tutte le forze dell'Asia. Ma poiché gli Arabi ebbero fatta la conquista della Persia, e cominciarono a spargersi, come impetuosi torrenti sui loro domini, non ebbero forze bastevoli a resister loro, e perduta al principio del secolo VIII, la vostra provincia del Karisme, e quindi Samarcande, si ridussero alla dura necessità di divenire tributari per una parte dei Cinesi, e per l'altra degli Arabi. Nonostante la caduta di questi due potenti Impieri dei Turchi, essendo a norma del sistema dei Tartari testata ogni Orda sotto un capo particolare, si ritrovarono essi in grado di formare nuovamente altri Imperi ugualmente potenti. Ci sia permesso di esporre in questo luogo quel quadro, che di tante vicende ha formato il Deguignes Scrittore più d'ogni altro versato nella intralciatissima istoria di quelle remote, ed immense provincie. Tutti questi Turchi, egli dice, non cessarono di fare continue scorrerie nell'Impero degli Arabi, e penetrati nelle province Occidentali levarono ai Califi la maggior parte dei loro domini. Alcuni schiavi Turchi s'impadronirono dell'Egitto, e vi si stabilirono sotto il nome di Sulanidi, e di Sakseiditi, altri chiamati Gasnevidi si resero padroni del Corasan, e di una parte delle Indie. Una parte dei Seliucidi si stabili nella Persia, e prese Bagdat estendendo il suo Impero da Antiochia fino al Turkestan, una altra regnò nel Kerman, ed in alcune province della Persia presso le indie, un'altra levò ai Greci l'Asia minore, e finalmente una quarta si stabili in Aleppo, ed in Damasco. Un gran numero di Turcomani si sparse nel medesimo tempo nell'Armenia, e nelle vicine province, e fondò vari principali, fra quali il più celebre fu quello degli Atabek nella Siria. Queste monarchie non durarono guari tempo. I Crocetegnati s'impadronirono di Gerusalemme, e di una parte della Palestina, e della Siria, ed i Sultani di Kerisme sebbene Turchi essi pure rovesciarono l'Impero dei Seliucidi. Genghis khan uscito dal fondo del Turkistan diede loro la pariglia, distrusse il loro Impero, e s'impadronì di una gran parte dell'Asia. Mentre i suoi successori sotto il nome di Tartari s'impadronirono dell'Impero della Cina, conquistarono la Persia, desolarono l'Asia minore, ridussero in provincia la Russia, e desolarono una parte della Ungaria, l'Egitto cadde sotto il dominio di alcuni schiavi, che originalmente discendevano dal, Turkistan, e regnarono sotto il nome di Mamaluchí. Il regno dei Turchi Seliucidi , che risedevano in Iconio, fu ugualmente distrutto dalle armi di questi Tartari, e si può dire, che venisse a mancare circa l'anno 1294, colla morte di quel Sultano Masud, che avea più volte dimostrata una singolar propensione alla cristiana Religione. In questa desolazione dell'Impero dei Seliucidi vari Emir si rifuggiarono nella montagna della Siria con quelle famiglie Turche, che vollero seguitarli, e cominciarono a fare continue scorrerie nei domini sì dei Tartari che dei Greci. Elli si stabilirono specialmente nelle province vicine al Meandro. Michele Paleologo fu costretto a prendere più volte le armi contro di essi. Gia' nel 1301, gli ottomani assediarono Nicaea, e conquistarono Prusa. Le incursioni turche minacciarono anche la città di Nicomedia in considerazione delle carestie, che i loro saccheggi e le loro devastazioni provocarono sui raccolti di quella regione. Nella primavera del 1302, il coimperatore Bizantino Michele IX Paleologo (r. 1294-1320) lanciò una campagna che arrivò fino a sud di Magnesia. I turchi, impauriti dal suo grande esercito, evitarono una battaglia in campo aperto, così, Michele cercava costantemente di affrontarli, venendo puntualmente dissuaso dai suoi generali. I turchi, incoraggiati da questo stallo bizantino, ripresero le loro incursioni, isolando virtualmente lo stesso Michele a Magnesia. Il suo esercito dissolse rapidamente senza combattere alcuna battaglia campale, visto che le truppe locali alo abbandonarono via via per andare a difendere le proprie case, mentre gli anche i coscritti Alani andarono via per riunirsi alle proprie famiglie in Tracia.

La battaglia

Per contenere la minaccia turca a Nicomedia, il padre di Michele, ed imperatore, Andronico II spedì una esercito Bizantino composto da circa 2,000 unità (di cui la metà composta da mercenari Alani da poco reclutati), sotto l'hetairarca Giorgio Muzalone, con il compito di attraversare il Bosforo ed affrontare l'armata musulmana alleviando così la pressione sulla città stessa. Sulla piana di Bapheus (un luogo non ben identificato, forse ad est di Nicomedia ma all'interno del raggio visivo delle mura della città) il 27 luglio 1302, i bizantini incontrarono l'esercito turco, che contava soprattutto su 5,000 cavalleggeri agli ordini diretti di Osman stesso, compose di sue proprie truppe così come alleati dalle tribù turche di Paphlagonia e l'area di Fiume di Maeander. La cavalleria turca attacco' frontalmente i bizantini schierati in linea, una linea in cui gli Alani, al momento della carica nemica, non brillarono per resistenza e compattezza. I turchi ruppero la linea Bizantina, costringendo Muzalone a rinchiudersi in Nicomedia sotto la copertura delle forze Alane. I turchi avanzarono fino alla spiaggia che affacciava sul Bosforo ma non riuscirono a prendere Nicomedia. La disfatta patita in questa battaglia convinse lo stesso Michele IX ad assoldare le forze mercenarie della Società catalana per lottare, con più efficacia contro i turchi. Questa scelta non si rivelerà forse la più indicata.

Le conseguenze

Lo scontro a Bapheus rappresenta una battaglia minore con implicazioni drammatiche. I bizantini persero gradualmente il controllo della regione di Bithynia, perdendo tutti le loro principali piazzeforti che, isolate, vennero abbattute una alla volta. La sconfitta provocò, di conseguenza anche un massiccio esodo della popolazione cristiana dall'area.



Bibliografia:
"Della Storia ecclesiastica", Giuseppe Agostino Rossi, Roma 1783