Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Toul

maggio 612

Il condottiero franco

Teodorico II re d'Austrasia e di Borgogna.

Figlio secondogenito (n. 587 - m. Metz 613) di Childeberto II. Nella divisione dell'eredità paterna (595) ebbe il regno di Borgogna, l'Alsazia e altri territorî con Orléans capitale. Spodestò e uccise (613) il fratello maggiore Teodoberto II, re d'Austrasia, e combatté a lungo contro Clotario II, ma la morte gli impedì di tentare la conquista del regno di Neustria.

La genesi

Storia di Francia in compendio dallo stabilimento della Monarchia francese nella Gallie, fino a giorni nostri, di Gabriele Daniello, Trad dal francese di Alessandro Pompeoo Berti, Volumi 1-3, Venezia, 1737

Dopo la vittoria sui Varnesi(un Popolo che abitava dall'altra parte del Reno, alla imboccatura di quel braccio del fiume, che si perde nelle arene, e secche di Olanda) Childeberto II, Re dei Franchi d'Austrasia, morì nel 596; lasciò due figli, uno chiamato Teodeberto di età di dieci, undici anni, il quale fu coronato Rè di Austrasia, l'altro cadetto si chiamò Teodorico, ed ebbe per parte sua il Regno di Borgogná: facendo di Orleans capitale del Regno, e sua residenza. La tutela di questi due Principi, e la reggenza degli stati fu raccomandata alla Avola loro Brunetta(Brunechilda), che scelse la stanza nel Regno d'Austrasia, e pose al fianco del Giovinetto Rè di Borgogna Siagrio Vescovo d'Autun, e Maestro del Palazzo. Così tutto l'Impero Francese si trovò allora governato da Femmine, ma che uguagliavano i più grandi Rè in destrezza, e coraggio.

Fredegonda non lasciò passar l'occasione. Appena seppe la morte di Childeberto, assoldò truppe, e venne col suo Figlio Clotario ad impossessarsi di Parigi, e di molte altre città sulla Senna. Brunetta(Brunechilda) dal canto suo spedì in ajuto un'Armata, la quale venne disfatta del tutto da quella di Fredegonda in un luogo chiamato allora Latofaó, il quale ora non si sa, ove fosse. Ma finalmente nel più alto grado della sua felicità mórì Fredegonda Principessa la più ambiziosa la più vendicativa, la più crudele di tutte le Donne, la più degna dell'odio, ed abbominazione di tutto il genere umano; ma anche la più astuta, destra, ed accorta per cattivarsi l'amicizia, la stima, ed il rispetto di quelli, de' quali avea d'uopo per reggerli, e mantenersi. Regnò trent'anni sotto il nome di suo Marito, e di suo figlio, fece uccidere un Re, due Regine, due Figli di Rè, ed una infinità di Persone di distinzione, la perdita delle quali stimò necessaria o alla sua grandezza, o alla sua sicurezza. Le due Battaglie da lei guadagnate in Persona, il suo Figlio innalzato, e stabilito sul Trono, le altre grandi e pronte conquiste da lei fatte aveano quasi scancellato dalla mente degli uomini l'idea delle sue scelleraggini, degna nel tempo stesso e della esecrazione, e della ammirazione de' Posteri. Fu sepolta in S. Vincenzo accanto al Rè Chilperico suo Consorte.

La morte di lei fu una buona nuova per Brunetta(Brunechilda), e le diede occasione di sperare di poter stabilire tranquillamente, e con agio la sua autorità. Il primo pensiero fu di dar fine a tutte le guerre, e di toglierne ogni pretesto. Avendo la Nazione degli Avari saputa la morte di Childeberto, era venuta a fare delle scorrerie nella Francia Germanica: ma Brunetta(Brunechilda) si accomodò con loro, e mediante non so che somma di denaro si ritirarono; si confermò quindi la pace fatta alcuni anni avanti con Agilulfo Rè de Longobardi, il quale in questo tempo di mezzo avea abbracciato la Cattolica Religione; ed impegnò il Papa, che era di que' tempi S.Gregorio il grande a farsi mediatore di pace tra Teodorico suo figlio Rè di Borgogna, e l'Imperadore, per alcune differenze, le quali potevano essere scintille di un grande incendio di guerra. Ma con tutta la sua prudenza, applicazione, e destrezza non potè conservare in pace il regno d'Austrasia, se non per due o tre anni. L'inquietudine de' Grandi del Regno, molti de' quali non soffrivano volentieri il governo di una Donna, che li costringeva anche con qualche feverità all'osservanza del loro dovere, li portò fino ad una ribellione. S'impossessarono della Persona, e poi dello spirito del Giovinetto Rè Teodeberto, e lo impegnarono a dare il suo consenso all'esilio di sua madre, la quale, per timore di peggio, fu costretta a segretamente ritirarsi alla Corte di Borgogna. Il Rè Teodorico fuo Figlio la riceve in una maniera capace di consolare la sua disgrazia. Ma in tanto si riaccese la Guerra più vivamente che mai tra i Principi della Casa Reale di Francia.

Teodeberto, e Teodorico vollero riprendersi quelle Città, che Clotario avea tolte loro l'anno precedente dopo la sua Vittoria; e Brunetta(Brunechilda) impegnò Recaredo Rè de' Goti in Ispagna a mandar ad Guerra tra essi un soccorso di Truppe. Clotario senza alterarsi venne loro incontra fino dentro il Regno della Borgogna, e li incontrò nel Senonese sulla riva del picciolo Bralia, fiume detto Oveno. Si dette la Battaglia vicino al Villaggio di Dormeille, e fu sanguinosissima dall'una, e dall'altra parte; ma la Vittoria si fermò dalla parte de i due Rè. Clotario del tutto disfatto guadagnò con molta fatica Melun, e di là se ne fuggi fino ad Arelaune, oggi detta la Foresta di Brettona verso la imboccatura della Senna.

I due Rè proseguirono le loro Vittorie, e riconquistarono la maggior parte di quelle Città, che erano situate su questo Fiume. Chartres fu anche presa, e saccheggiata. Finalmente il Rè di Soissons fu costretto a chiedere la pace, la quale ottenne con condizioni durissime, cioè di cedere al Rè di Borgogna, quante Città possedeva tra la Senna, la Lira, l'Oceano, e le frontiere della Brettagna; ed al Rè di Austrasia una parte del Paese, che è tra la Senna, l'Oise ed il mare. Così finì in Francia il Sesto secolo, cento quattordici anni dopo lo stabilimento della Monarchia nelle Gallie.

Queste Vittorie dettero coraggio a i due Principi, i quali lasciarono Clotario in riposo, dopo averlo posto in istato di non poter loro nuocere, e pensarono di spingere più lontano, e di stendere i confini dell'Impero Francese ad esempio de' loro Antenati. I Guasconi Popoli, che dimoravano ancora di là dai Pirenei, facevano di quando in quando delle scorrerie sulle Terre di Francia; così i due Rè portarono ad essi il meritato gastigo, li vinsero, gli resero loro tributarj, e dettero loro un Duca, che li governasse chiamato Geniale. Se la buona intelligenza, che passava tra questi due Principi, fosse durata sempre, si sarebbono resi formidabili a' loro vicini. Ma l'ambizione di Brunetta(Brunechilda), il desiderio di vendicarsi dell'affronto fattole nel cacciarla dal Regno di Austrasia, il desiderio di tirare a se tutta l'autorità nel Regno di Borgogna, ed una passione anche di lei più indegna posero la discordia tra i suoi due Nipoti, e questa fame di divisione strascinò poi seco in breve tempo la intera rovina di tutto questo Ramo della Casa Reale, come vedremo.

Bertoaldo Maestro del Palazzo del Regno di Borgogna non lasciava ad essa usare nel governo tutta quell'autorità, che averebbe voluto. Però trovò ben ella modo di levarlo da questo ufizio, e fece porre in luogo suo un'altro Signore detto Protade, di cui essa era appassionatamente innamorata. Impedì sempre al Giovine Re di Borgogna il maritarsi, per timore che una Regina non avesse troppo di ascendente sullo spirito di questo Rè, e non lo togliesse da quella dipendenza, che aveva da lei. Però avea gusto, e procurava di trattenerlo in que' bagordi, e dibofci, ne quali era sommerso, somministrandoli, e trovandogli l'empia donna quelli oggetti, che più potevano mantenere viva, ed ardente la sua infame passione. Di maniera che nell'età di soli dicidotto anni avea già questo Principe tre figli suoi naturali. Ma essa non seminò discordie tra i due Rè, se non molto tempo dopo, nella occasione, che andrò raccontando.

Clotario Rè di Soissons risvegliato dalla sua costernazione primiera pensò di riconquistare una parte di ciò, che un Trattato frettoloso di pace gli avea fatto perdere, ed entrò con una poderosa Armata nel Paese tra la Senna, e la Lira, quando meno si credeva. Prese alcune Piazze, ed il Duca Landri, il quale comandava le sue Armi, pose poi l'assedio ad Orleans. Il Rè di Borgogna venne a soccorrere questa città. Landri all'avvicinarsi di lui levò l'assedio, e si ritirò verso Estampes, ove con altre truppe si unì. Teodorico gli tenne dietro accompagnato da Bertoaldo, il quale sebbene in disgrazia del Rè, pure comandava l'Armata. Il giorno di Natale s'incontrarono a faccia a faccia le Armate . Non v'era di mezzo, se non un picciolo ruscello, ed una sfilata, la quale Bertoaldo passò con la sua vanguardia. Fù immediatamente caricato da Landri; ma egli sostenne valorosamente l'urto, e l'asfalto, per dáre comodo al rimanente della sua Armata di passare, e ponersi in ordine di Battaglia.

Dopo aver dato dunque Bertoaldo questo segno di fedeltà al suo Rè, dal quale veniva attualmente maltrattato, non potendo risolversi a proseguire il suo fedele servigio dopo l'affronto, che egli faceva, con ispogliarlo della dignità di Maestro del Palazzo Reale, e darla al suo Nemico, si gettò disperatamente, ove più calda bolliva la Zuffa, e quì fu miserabilmente ucciso. La Vittoria a cui avea egli dato principio col sostenere si coraggiosamente il primo assalto, fu riportata da' Borgognoni, il numero grande de quali oppresse, per dir così, il Duca Landri. Il Rè di Borgogna senza ritardo prese il cammino verso Parigi, ove fu ricevuto con sommissione dagli abitanti, ai quali le Guerre Civili faceano di tanto in tanto mutar Padrone.

Mentre il Rè di Borgogna era venuto ad attaccare il Duca Lan. dri dalla parte di Estampes, Teodeberto Rè di Australia parimente si avanzava colla sua Armata contra Clotario, che era alla tela di un'altro corpo d'Armata verso Compiegne. Stavano ambedue sul punto di darsi la Battaglia, quando giunse la nuova della rotta riportata da Landri; e parve, che questa Novella delle della gelosia al Rè di Austrasia, il quale da quel punto cominciò a temere del Re di Borgogna, e però in vece di perseguitare l'Armata nemica già costernata, porse orecchie alle proposizioni di pace, che gli fece Clotario, e con lui riconciliossi, poi alcun tempo dopo riconciliossi ancora Clotario stesso col Rè di Borgogna.

Protade appena fu al possesso della Dignità di Maestro del Palazzo di Borgogna, che di concerto con Brunetta(Brunechilda) si studiò di porre in diffidenza i Fratelli. Così l'una, come l'altro posero in opra ogni artificio, e ogni calunnia, tanto che riuscì loro di persuadere al Re di Borgogna, che Teodeberto non fosse in verità suo Fratello, ma che fosse supposto, e che aveano in ciò ingannato il fu Rè Childeberto.

Teodorico vedette facilmente una impostura così grossolana; perchè questa gli dava ragione di deporre dal Trono il Fratello, e d'impossessarsi del di lui Regno. Dichiarò pertanto la guerra a Teodeberto in tempo, in cui era occupato a punire la ribellione di una parte de' Salloni, i quali non soggiogò, se non dopo aver ucciso, e perduto gran Gente. Dichiarata la Guerra, i Rè si posero in Campo, ma la cosa andò al contrario di quello che s'era figurato Brunetta(Brunechilda). I Baroni della Borgogna erano andati a questa guerra di mala voglia. Onde quando si videro tutti insieme con le armi alla mano, si comunicarono i loro scambievoli sentimenti. Si dicea francamente all'Armata, essere cosa strana, ed insoffribile, che l'inquietudine di Protade Maestro del Palazzo, e l'ambizione di una Donna ponessero in sì grande scompiglio, e disordine la famiglia Reale, e che avanti di scannarsi, e uccidersi insieme i Fratelli, doveansi tentare le vie di aggiustamento. Fecero pertanto una deputazione al Rè, per rappresentargli le conseguenze funeste di una tal divisione, e nello stesso tempo una Truppa di Soldati investì il Padiglione di Protade; ove egli stava attualmente giocando a scacchi col Medico del Re. Forzarono le guardie, e fecerono in pezzi questo infelice, il quale per pochi mesi godette un onore, che gli era costato molti, e molti delitti.

Dopo un tal fatto Teodorico si avvide di non essere molto in sicuro; acconsentì pertanto ad una negoziazione, e il pericolo, in cui si trovava, fece si che ogni cosa si aggiustasse assai facilmente; onde le due Armate se ne ritornarono a Casa loro senza combattere. Il posto di Protade fu riempito da un Signore, chiamato Claudio, Clodio, Uomo prudente, e di abilità, il quale impegnò Teodorico a dispetto di Brunetta(Brunechilda) a dimandare in moglie Ermanberga Figlia di Viterico Rè di Spagna; e l'ottenne. Ma arrivata in Francia la Principessa novella Sposa, e presentata a Teodorico, Brunetta(Brunechilda) assecondata da Teodelana, la Sorella del Re, disgustò talmente di lei, che differì un'anno intiero le nozze, e dopo un'anno la rimandò in Ispagna, e quello che è più indegno a sentirsi, neppure volle restituirle la dote.

Una tale condotta stava per rovinare il Rè di Borgogna; poichè irritato il Rè di Spagna di un simil procedere, fece una Lega con Clotario Rè di Soissons, con Teodeberto Rè d'Austrasia, e con Agilulfo Rè de'Longobardi contro di lui, e le Armate dei tre Potentati si posero in marcia. Ma questa tempesta, la quale doveva inabissare il Rè Teodorico, si dissipò senza effetto alcuno, o fosse per opera di Brunetta(Brunechilda), o per altro accidente, che non si sa; sicchè il Rè di Spagna rimase invendicato. Ma Iddio poco dopo, come vedremo, si vendicò da se stesso di tutta la stirpe, in cui trionfavano pubblicamente l'ambizione, la dissolutezza, e l'ingiustizia.

Cominciò la desolazione di questo ramo della Casa Reale colla divisione, che di bel'nuovo entrò tra i Fratelli. Teodeberto l'anno 610 entrò con una Armata nell'Alsazia, essendochè pretendeva, che fosse stata ingiustamente smembrata dal fu Rè dal suo Regno di Austrasia, e aggiunta al Regno di Borgogna. Il Rè di Borgogna si pose ancor esso in campagna per difendere questo Paese, ed alcuni altri, sopra i quali Teodeberto faceva valere le sue pretensioni. Ognuno di loro procurò di tirare Clotario Rè di Soissons dalla sua parte. Ma egli stimò meglio mostrarsi a tutti neutrale. Nonostante l'animosità dei due Rè si venne nondimeno ad una negoziazione, e si scelse per luogo della conferenza la Città di Seltz sul Reno. Ma Teodeberto, contro la data fede, vi investì suo Fratello, e l'obbligò a sottoscrivere, quanto egli voleva. Il Rè di Borgogna dissimulò tale ingiuria per quasi due anni. Intanto negoziava segretamente con Clotario, e gli promise, se si fosse sempre nella neutralità mantenuto, di non far pace con Teodeberto, se prima non avesse costretto a rendere al Regno di Soissons il Ducato di Dentelenus tra l'Oise, e la Senna con la qual condizione Clotario dette parola di star sempre indifferente, e neutrale.

La battaglia

Storia di Francia in compendio dallo stabilimento della Monarchia francese nella Gallie, fino a giorni nostri, di Gabriele Daniello, Trad dal francese di Alessandro Pompeoo Berti, Volumi 1-3, Venezia, 1737

Nel mese di Maggio dell'anno 612 entrò Teodorico nelle Terre di Australia, e si avvanzò fino a Toul. Nella vicina Campagna Teodeberto gli venne incontro, e quì si diede una sanguinosa battaglia, in cui gli Austrasiani furono rotti, e vinti con molta uccisione e molto sangue, e Teodeberto, costretto a fuggire, si salvò prima a Metz sua Capitale, e poi a Colonia.

Le conseguenze

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Qui ben presto mise insieme una nuova Armata de' suoi Vassalli di là dal Reno, e ripassato il fiume venne a cercare il Rè di Borgogna fino a Tolbiac, ove questi accettò la battaglia, e la guadagnò, ed avendo fatto un distaccamento sotto Bertario suo Ciamberlano seguì con esso Teodeberto. Bertario lo raggiunse, lo prese, e lo condusse seco prigionieró a Colonia, della qual Città Teodorico erasi impossessato. Quì fu, ove questo Principe fece togliere di dosso al Fratello tutte le insegne Reali, e si stese tanto il suo furore, e la sua crudeltà, che fece scannare il Giovine Principe Meroveo, il quale era stato fatto Teodeberto prigioniero insieme col Padre suo. Brunetta(Brunechilda) volle ancor essa saziare l'ardente sua fete di vendicarsi dell'affronto fattole da Teodeberto con discacciarla dal suo Regno di Austrasia. Gli fece radere bruttamente i capelli, e poco tempo dopo lo fè stilettare. Per questa morte fu unito il Regno di Austrasia a quello di Borgogna nella persona di Teodorico.