Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Poitiers

19 settembre 1356

Gli avversari

Edoardo detto il Principe Nero Principe di Galles (Woodstock 1330-Westminster 1376)

Primogenito di Edoardo III d'Inghilterra. Conte di Chester (1333), duca di Cornovaglia (1337), principe di Galles (1343); nel 1346 accompagnò il padre in Francia distinguendosi a Crécy. Nel 1355 diresse una spedizione in Linguadoca e l'anno dopo invase il Périgord sconfiggendo i francesi a Poitiers e facendo prigioniero lo stesso re Giovanni. Tra le imprese che più gli diedero fama fu l'invasione (1367) della Castiglia per rimettere sul trono Pietro il Crudele. Le dure imposte di cui volle gravare Guascogna e Aquitania portarono a ribellione i sudditi e quando Carlo V di Francia invase l'Aquitania, egli, malato, si ritirò in Inghilterra. Nel 1372 rinunciò al titolo di principe di Guascogna e di Aquitania.

GIOVANNI II re di Francia

Figlio di Filippo VI di Valois e di Giovanna di Borgogna, nacque nel 1319; succedette al padre il 22 agosto 1350. Incapace e prodigo, governò in malo modo. Oltre al futuro Carlo V, Giovanni ebbe da sua moglie Bona di Lussemburgo, che sposò nel 1332, otto figli, fra i quali: Luigi di Angiò, re di Sicilia, Giovanni di Berry, Filippo di Borgogna, Giovanna moglie di Carlo il Malvagio re di Navarra, Maria moglie di Roberto I di Bar, Isabella moglie di Gian Galeazzo Visconti duca di Milano. Dal suo secondo matrimonio, contratto nel 1350 con Giovanna, vedova di Filippo di Borgogna, non ebbe figli. Il suo regno trascorse in guerre e rivolte dei sudditi. La rottura con Carlo di Navarra (che discendeva per parte della madre Giovanna II da Filippo il Bello), in seguito all'uccisione di un favorito del re, Carlo di Spagna, ebbe per conseguenza l'alleanza del re di Navarra con gl'Inglesi. Arrestato a Rouen il 5 agosto 1352 da Giovanni, Carlo fu imprigionato; ma fu liberato infine dai Parigini quando scoppiò la rivolta di Étienne Marcel. Quanto agl'Inglesi, l'armistizio concluso con Edoardo III scadde nel 1351; prolungato per qualche mese non impedì la ripresa della guerra nel 1355, segnata dalla disfatta dell'esercito francese presso Poitiers, il 19 settembre 1356. Giovanni sfuggì alla morte, ma fu fatto prigioniero e condotto in Inghilterra. Il 24 marzo 1359 egli firmò i preliminari di Londra, per i quali cedeva al re d'Inghilterra Montreuil, Boulogne, la contea di Guines, il Ponthieu, la Normandia con la sovranità sulla Bretagna, l'Angiò, il Maine, la Turenna e la Guienna con i feudi che ne dipendevano. La Francia doveva ritornare così allo stato in cui si trovava nei tempi di Luigi VII, quando Eleonora di Aquitania aveva portato in dote i suoi dominî aquitani al re d'Inghilterra. Ma questi preliminari non furono applicati. Infatti, la Francia si riebbe: le città organizzarono la leva in massa, e, se anche certi movimenti, come quello sviluppatosi a Parigi, parevano non contrastare allo sforzo della Jacquerie, si formarono molti centri di resistenza. Edoardo III d'Inghilterra faceva delle cavalcate senza ottenere niente, mentre il delfino di Francia, Carlo, toglieva varie piazzeforti all'alleato degl'Inglesi, Carlo di Navarra, e una flotta francese devastava le coste d'Inghilterra. Infine l'abate di Cluny, legato del papa, si adoperò energicamente per la pace, che fu firmata a Brétigny (8 maggio 1360). Edoardo III rinunciava alla Normandia, al Maine, all'Angiò, alla sovranità sulle Fiandre e la Bretagna e ai suoi diritti sulla corona di Francia. Una taglia di 3000 scudi fu stabilita per la liberazione di Giovanni, il quale sbarcò poco tempo dopo a Calais, dove doveva aver luogo il 24 ottobre 1360 la firma degli accordi definitivi. Giovanni consegnò agl'Inglesi degli ostaggi: fra questi il figlio, duca d'Angiò, che poi fuggì dall'Inghilterra per raggiungere la sua sposa in Francia. Giovanni, che giudicò non leale l'atto del figlio, ripartì per Londra nel 1364 e vi morì l'8 aprile. Gli errori enormi di questo pessimo regno furono poi rimediati dall'abile politica di Carlo V. Ma non si poté rimediare all'errore commesso nel costituire i due appannaggi, quello cioè di Borgogna (creato per Filippo, figlio di Giovanni II) che doveva suscitare poi degli ardenti nemici alla corona di Francia e aver fine solo nel 1477, con la morte di Carlo il Temerario, e quello di Angiò che cessò nel 1481. Solo l'appannaggio di Berry ebbe esistenza breve, essendo morto senza discendenti maschi il suo titolare Giovanni nel 1360.

La genesi

Come noto i re inglesi si trovavano in quei secoli in una situazione abbastanza particolare: erano sovrani di uno stato (l'Inghilterra appunto) ma al tempo stesso erano feudatari in Francia, cosa che li rendeva vassalli del re transalpino. La situazione era chiara: se da un lato gli inglesi facevano di tutto per tenere sotto il proprio dominio le terre francesi, gli stessi francesi tentavano in tutti i modi di indebolire il potere "straniero" nel continente. Ma la situazione diventò critica quando il re di Francia Carlo IV morì senza avere eredi diretti, e così al trono salì Filippo VI di Valois discendente della originaria dinastia capetingia alla quale anche il re deceduto apparteneva. Ma si presentò sulla scena anche lo stesso re d'Inghilterra Edoardo III, figlio di Isabella di Francia sorella dello stesso Carlo IV, che rivendicò per sé il trono di Francia poiché il suo legame di parentela con il defunto era più stretto del re che era stato incoronato. E così fu guerra (1337) tra Francia ed Inghilterra. La guerra iniziò bene per Edoardo III con le decisive vittorie inglesi a Sluys nel 1340 e Creçy nel 1346 e la cattura di Calais nel 1347. Alla fine del 1340 l'epidemia di peste, chiamata peste nera, decimò le popolazioni di Francia e Inghilterra, portando l'arresto delle operazioni militari; una delle vittime della peste fu il re francese Filippo VI. Nel 1355 il re Edoardo III pianificò di nuovo un'invasione della Francia. Suo figlio, Edoardo il Principe Nero, un esperto soldato di 26 anni, sbarcò a Bordeaux, nella Francia occidentale, e guidò il suo esercito in una marcia attraverso la Francia meridionale fino a Carcassonne. Incapace di conquistare questa città murata, il Principe Nero fu costretto a tornare a Bordeaux. All'inizio del 1356 il duca di Lancaster sbarcò con una seconda forza in Normandia e iniziò ad avanzare verso sud. Edoardo III era impegnato nei combattimenti contro la Scozia.
Il nuovo re di Francia, Giovanni I, guidò un esercito contro il Lancaster costringendolo a ritirarsi verso la costa; quindi si mise in marcia per attaccare il principe nero, che stava avanzando a nord-est verso la Loira saccheggiando le campagne durante la sua marcia. Ai primi di settembre del 1356, il re Giovanni raggiunse la Loira con il suo grande esercito, proprio mentre il principe nero tornava indietro verso Bordeaux. L'esercito francese marciò con ottimo ritmo e superò l'ignara forza inglese a Poitiers, domenica 18 settembre 1356. Il prelato locale, il cardinale Talleyrand de Périgord, tentò di mediare i termini di un accordo tra i due eserciti; ma l'offerta del Principe Nero, di consegnare tutto il bottino che aveva preso nella sua "chevauchée" e di mantenere una tregua per 7 anni, era inaccettabile per il re Giovanni che riteneva che gli inglesi avevano poche possibilità contro il suo esercito schiacciante; così i francesi chiesero direttamente la resa incondizionata del Principe nero. L'esercito inglese era una forza caratterizzata da grande esperienza; molti degli arcieri erano veterani di Creçy, dieci anni prima, e molti degli uomini d'arme erano guasconi comandati da Sir John Chandos, Sir James Audley e Captal de Buche, tutti vecchi soldati.
Il Principe Nero dispose le sue forze in una posizione difensiva tra le siepi e i frutteti della zona, la sua prima linea di arcieri disposta dietro una spessa siepe particolarmente prominente, attraverso la quale la strada correva ad angolo retto. Re Giovanni fu avvisato dal suo comandante scozzese, Sir William Douglas, che l'attacco francese doveva essere effettuato a piedi; i cavalli infatti, erano particolarmente vulnerabili al tiro degli archi inglesi, le loro frecce scoccate con una traiettoria alta, a parabola, cadevano proprio sui colli e sul dorso non protetti delle cavalcature. Il Re Giovanni decise di seguire questo consiglio: il suo esercito, per lo più, lasciò i suoi cavalli con il bagaglio reale all'accampamento e si radunò a piedi.

Le forze in campo

L'esercito del Principe Nero contava circa 7.000 tra cavalieri, uomini d'arme e arcieri. I numeri nell'esercito francese sono incerti, ma probabilmente erano circa 35.000, sebbene Froissart porti le dimensioni dell'armata francese a 60.000; inoltre ricordiamo che l'esercito francese comprendeva un contingente di scozzesi comandato da Sir William Douglas.

Armi ed equipaggiamento nella battaglia di Poitiers

A seconda della ricchezza e del grado, un cavaliere a cavallo del XIV secolo indossava un'armatura di piastre d'acciaio che incorporava piastre posteriori e pettorali, un elmo a bacinella con visiera e guanti placcati in acciaio con punte sulla schiena, sulle gambe e piedi protetti da schinieri e stivali d'acciaio, chiamati stipiti. Le armi trasportate erano una lancia, uno scudo, una spada e un pugnale; sopra l'armatura un cavaliere indossava un jupon o soprabito decorato con le braccia e una cintura decorata. L'arma degli arcieri inglesi e gallesi era un arco, noto come lognbow, fatto di legno di tasso da sei piedi che scagliava una freccia piumata. La velocità di fuoco era molto alta per l'epoca, poteva arrivare fino a una freccia scagliata ogni 5 secondi. Per il combattimento ravvicinato gli arcieri usavano martelli o pugnali.

La battaglia

L'attacco francese iniziò la mattina presto di lunedì 19 settembre 1356 con una carica portata da 300 cavalieri tedeschi comandati da due marescialli di Francia; i Baroni Clermont e Audrehem. La forza raggiunse il galoppo, avvicinandosi per caricare lungo la strada verso il centro della posizione inglese. Ma l'attacco fu un disastro, con i cavalieri che non erano stati abbattuti dagli arcieri inglesi, ma venivano trascinati dai loro cavalli e uccisi o catturati e presi come prigionieri per un successivo riscatto. Il resto dell'esercito francese iniziò quindi la sua pesante avanzata a piedi, secondo il consiglio di Douglas, diviso in tre divisioni; il primo guidato dal Delfino Carlo (il figlio del Re), il secondo dal Duca D'Orleans e il terzo, il più grande, dal Re stesso. Quando la prima divisione francese raggiunse la linea inglese era stremata dalla lunga marcia con equipaggiamento pesante, e già rimaneggiata dal fuoco delle frecce degli arcieri inglesi. I soldati del Principe Nero, uomini d'arme guasconi e arcieri inglesi e gallesi, si precipitarono in avanti per ingaggiare i francesi, spingendosi attraverso la siepe e spargendosi sui fianchi per attaccare i francesi nelle retrovie. Dopo un breve e feroce combattimento, la divisione del Delfino si spezzò e si ritirò, scontrandosi con la divisione del Duca D'Orleans che la seguiva a poca distanza, entrambe le divisioni caddero in una confusione totale. Mancava all'appello ancora la divisione finale dell'esercito francese, quella comandata dallo stesso re, che era anche la più forte e la meglio controllata. Così le tre divisioni si riunirono, e ripresero l'avanzata contro gli inglesi, unite in una formidabile massa di cavalieri e uomini d'arme. Pensando che la ritirata delle prime due divisioni segnasse la fine della battaglia, il Principe Nero aveva ordinato a una forza di cavalieri comandata dal Guascone Captal de Buche, di montare a cavallo ed inseguire i francesi. Chandos esortò il principe a lanciare questa forza a cavallo sul corpo principale dell'esercito francese. Il Principe Nero si fece convincere dall'idea e ordinò a tutti i cavalieri e agli uomini d'arme di montare per la carica; nel frattempo agli uomini del Captal de Buch, che erano già a cavallo, fu ordinato di avanzare intorno al fianco francese a destra. Mentre l'esercito francese si avvicinava faticosamente alla siepe, la forza inglese sfondò la siepe e colpì i francesi come un fulmine; l'impeto della carica portò i cavalieri e gli uomini d'arme proprio sulla linea francese. Contemporaneamente i Guasconi del Captal de Buch caricarono sul fianco francese. Gli arcieri inglesi e gallesi lasciarono gli archi e corsero avanti per unirsi al combattimento, brandendo i loro pugnali e i loro martelli da combattimento.

Gli schieramenti a Poitiers
Gli schieramenti a Poitiers
L'esercito francese andò in rotta, molti abbandonarono il campo, mentre i cavalieri più coraggiosi combatterono duramente in gruppi isolati. Una massa di fuggitivi si diresse a Poitiers inseguita dai Guasconi a cavallo per poi essere massacrata fuori dalle porte chiuse della città. Re Giovanni si ritrovò da solo con il figlio minore, di 14 anni, Filippo, a combattere contro una forza travolgente di guasconi e inglesi. Alla fine il re acconsentì ad arrendersi. Vinta la battaglia, l'esercito inglese si arrese al saccheggio dei cavalieri francesi sconfitti e del sontuoso accampamento francese.

Le perdite

Nel suo messaggio al re Edoardo III, suo padre, il principe nero dichiarò che i francesi morti ammontavano a 3.000 mentre solo 40 delle sue truppe erano state uccise. È probabile che le vittime inglesi siano state più alte. Tra i prigionieri francesi c'erano il re Giovanni, suo figlio Filippo, 17 grandi signori, 13 conti, 5 visconti e un centinaio di altri importanti cavalieri.

Le conseguenze

La notte della battaglia il principe nero intrattenne il re di Francia e suo figlio a cena e il giorno successivo l'esercito inglese riprese la sua marcia verso Bordeaux. L'effetto della sconfitta sulla Francia e la perdita del Re in prigionia furono devastanti, lasciando il paese nelle mani del Delfino Carlo, scampato alle rovine della sua divisione a Poitiers. Charles ha affrontato rivolte immediate in tutto il regno mentre cercava di raccogliere fondi per continuare la guerra e riscattare suo padre. Il rilascio di re Giovanni si è rivelato difficile da negoziare poiché Edoardo III ha cercato di estorcere termini sempre più onerosi dai francesi. Nel frattempo la guerra continuava per la miseria dei miserabili abitanti della Francia. Re Giovanni fu rilasciato nel novembre 1361 contro altri ostaggi. A causa dell'impossibilità di uno di quegli ostaggi, John tornò a Londra e vi morì nel 1364.